La storia ciascuno oramai la scrive un po’ come gli pare, osserva oggi Riccardo Bruno. E questo vale anche per la cronaca. Perché, in un clima di post-verità, di social confusi, di giornali rancorosi, ormai è difficile capire cosa è vero, cosa è falso. In una società liquida che va veloce tutto si presta. Non ci sono fatti, ci sono interpretazioni, si ripeteva un tempo. Perché prendersene cura, se abbiamo già interpretazioni già pronte, buone a indignare un pubblico già predisposto?
L’anticlericalismo da avanspettacolo ha condiviso a più non passo la foto di Papa Francesco con una Lamborghini. Che per carità, tutto gli si può rimproverare a Papa Francesco tranne che una vita di lussi e di agio. Un Papa guadagna 3000 euro, e lui ci ha persino rinunciato. Avrebbe diritto agli appartamenti papali del Palazzo Apostolico, ma mangia in mensa e dorme a Casa Marta. La Lamborghini in realtà è stata regalata e messa all’asta. Punto. Tutto qui.
La questione degli animali, poi, non la si sopporta più. Non c’è vivente che non abbia condiviso almeno un meme. Pure mia suocera. Ma che è successo? È successo che sempre Papa Francesco ha raccontato di una signora che, con il cane in borsetta, ha detto: lo benedice il mio bambino? E quello le ha risposto in soldoni che non è un bambino. Non si è rifiutato di benedire un animale. Ha solo detto che stiamo esagerando. Non c’è bisogno di essere un Papa per padroneggiare un po’ di buonsenso. Una cane non è un bambino. La benedizione degli animali, invece, è prevista dalla liturgia della chiesa cattolica; in una enciclica, intitolata «Laudato si’» proprio Francesco ha scritto che anche gli animali dispongono di un “soffio divino che non perirà con la loro morte”. E in una delle sue catechesi Francesco ha detto: «Un giorno rivedremo i nostri animali nell’eternità di Cristo».
Dall’altro versante, è messa alla berlina la Massoneria. Per par condicio. Sul Corriere della Sera (signori: il Corriere della Sera!). Apprendiamo che Angelo Izzo sia stato membro di una “setta” chiamata della Rosa Rossa che unisce, secondo il brillante giornalista, “neofascisti, massoni, notabili e satanisti”. Per fortuna che oggi il giornalismo è roba scritta da chi non sa scrivere per gente che non vuol leggere, altrimenti sarebbero problemi seri. Un monsignore del Vaticano parlò a Izzo dei Rosacroce, e oggi basta avere un po’ di cultura molto generica per aver già ben chiari i rapporti tra i Rosacroce, la Massoneria, senza buttarla sull’occultismo da fumetto. Evidentemente la cultura non è di casa e la si butta in caciara: il Gran Maestro era un giovane uomo “che ci fu detto che era un massone del 33°, il massimo livello della massoneria”. Tanto per condire. Così le terze medie che leggono sono servite: beccatevi la Massoneria in salsa nera, con i convegni massonici attigui a gruppi di estrema destra, e soprattutto “il sesso come mezzo per ottenere potere alchemici”, e “l’omicidio usato per evocare potenze dell’aldilà”. Faceva meno ridere la Lamborghini del Papa.
Foto Sergio Souza | CC0