La Corte costituzionale croata ha emesso venerdì una decisione che impedisce al presidente populista Zoran Milanović di assumere il ruolo di primo ministro, nonostante il suo potenziale influsso nella formazione del prossimo governo del paese balcanico, dopo le recenti elezioni nazionali. «La Corte costituzionale ha chiaramente affermato che il presidente non può partecipare attivamente alla campagna elettorale senza prima dimettersi. Questa decisione è definitiva: non può più essere designato primo ministro», ha dichiarato venerdì il presidente della Corte, Miroslav Separovic, come riportato dai media.
Le elezioni del 17 aprile in Croazia, il paese più recentemente entrato nell’UE, non hanno determinato un partito in grado di formare autonomamente un governo, rendendo necessari colloqui di coalizione. Il Partito Socialdemocratico di Milanović si è classificato al secondo posto con 42 seggi, mentre l’Unione Democratica Croata (HDZ), di centrodestra, guidata dal primo ministro Andrej Plenković, ha ottenuto 61 seggi su 151 nella Camera. Plenković è al potere dal 2016.
Milanović ha guadagnato rilevanza internazionale per le sue posizioni critiche nei confronti dell’UE e della NATO, mentre Plenković è considerato un sostenitore convinto dell’UE e della NATO. Nonostante la decisione della Corte costituzionale, Milanović ha respinto la sentenza, sostenendo che è il parlamento l’unica istituzione legittimata a determinare il primo ministro del paese. La Corte lo aveva precedentemente avvertito che non poteva candidarsi a primo ministro mentre ricopriva il suo attuale incarico, il quale ha principalmente natura cerimoniale.
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