Indipendentemente da quello che possono dire gli ultimi sondaggi sul gradimento del governo, a distanza di quasi due anni dal suo insediamento, il declino è iniziato. Lo sfarinamento della coalizione e i passi falsi compiuti dai ministri sono oramai troppo evidenti, il caso Sangiuliano è emblematico. Peggio solo il teatrino inscenato sulle armi all’Ucraina, per non parlare dello ius scolae, dal momento che è una proposta del Pri del 2014 su cui adesso è arrivata Forza Italia. Il paese deve prepararsi a tenere il fiato sospeso dal momento che si prepara una legge finanziaria che nasce con il viatico peggiore. Il ministro Giorgetti si è lamentato del patto di stabilità europeo. Quando un ministro dell’Economia polemizza con i vincoli europei, nel caso migliore, è disperato sul da farsi. L’onorevole Meloni invece se ne è uscita dicendo che gli italiani non vogliono che si sprechino risorse. Dispiace, questo non basta. Gli italiani hanno bisogno di un governo che si ponga il problema dell’aumento delle risorse, perché queste stanno esaurendosi anche se non si sprecassero.
Quello che non abbiamo visto in questi due anni di governo è una qualche idea per la crescita del paese, uno straccio di piano industriale, un progetto per la ricerca. Il massimo che si è riuscito a fare è il biglietto per visitare il Pantheon e la Tim sul mercato. Hanno fatto il Pnrr. Vedremo a breve come è andata. Ancora non sappiamo che succederà dell’ex Ilva di Taranto. Sono incapaci di affrontare i taxisti ed i balneari, non c’è nemmeno una qualche ipotesi di ridurre l’apparato burocratico del paese. Tagliare le spese? Figurarsi. Ad un certo momento si è parlato di dismissione del servizio pubblico radio televisivo, poi si è preferito occuparlo. Tutto già visto, tutto facilmente prevedibile anche per gli esiti futuri. Nessuno si fa illusioni sulla manovra economica. Chiaramente c’è un problema di qualità del personale di governo. Abbiamo visto ministri che non sono all’altezza, altri che faticano a tenere una rotta certa. E questo se si vuole è sintomatico, ogni governo può avere dei punti deboli nella sua compagine, ma mai ne avevamo visto uno polemizzare con il comitato olimpico e persino per la cerimonia dei giochi. Un ministro della Repubblica ha preso carta e penna per disquisire sull’apertura delle olimpiadi. Ancora niente in confronto ad un problema politico come quello sul voto della Commissione europea, con due componenti contrarie ed una minoritaria favorevole. Aver formalizzato con un voto europeo la divergenza fra i partiti della maggioranza, è come aver aperto un tavolo di crisi permanente. Si comprende che l’opposizione si senta tanto baldanzosa tanto da forzare la sua performance, già con le prossime regionali.
Che l’opposizione si senta pronta, non stupisce. I tanti siparietti estivi, lasciano il tempo che trovano. Conte che non vuole resuscitare Renzi, o i militanti del Pd che invitano la Schlein a non fidarsi del leader di Italia viva, sono passaggi scontati. Piuttosto bisognerebbe capire l’impatto dell’azione giudiziaria nella Regione Liguria. Sarebbe utile sapere qual è l’empatia dei cittadini sul caso Toti, se prevale la solidarietà al governatore estromesso, o la gratitudine verso la magistratura per il suo operato. In entrambi i casi il voto in Liguria potrebbe essere viziato e non necessariamente rappresentativo dell’umore del Paese. A parte questo, non si tratta per le prossime elezioni politiche, che potrebbero essere più vicine di quanto si pensi, di mettere in piedi su un cartello la qualsiasi per battere la destra, di cui pure non se ne può più. Serve un qualche programma che non faccia si che l’opposizione domani si ritrovi nelle stesse condizioni pietose di questo governo e magari pure peggio..
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