“Quando la politica abbassa la testa, è gioco forza che la magistratura la alzi”. L’avvocato Guido Camera, presidente di ITALIASTATODIDIRITTO, appare a dir poco allarmato dalle inchieste che sono al centro dell’attenzione mediatica di questi giorni. “Sarà un caso che scoppiano tutte in concomitanza delle riforme liberali annunciate dal Ministro Nordio e di un appuntamento tanto importante come la nomina del procuratore di Firenze: procura che sta duellando ferocemente con Renzi da tempo? Non dimentichiamo, inoltre, che a breve dovrebbe pronunciarsi la Corte costituzionale sul conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, in conseguenza delle intercettazioni telefoniche disposte nel caso Open dalla Procura di Firenze”.
Guido non sarai anche tu ossessionato dall’idea che a pensar male ci si azzecchi?
“Beh, io sono d’accordo con chi sostiene che l’imputazione coatta nei confronti del sottosegretario Delmastro Delle Vedove non sia solo giuridicamente infondata, come nei confronti di qualsiasi altro indagato, in presenza di una richiesta di archiviazione della pubblica accusa, ma anche inopportuna, dal punto di vista del tempismo. Si propongo le riforme e arrivano le imputazioni coatte? E per che cosa? Per avere fatto politica e manifestato le proprie idee? Io la penso come Voltaire su questo. Anche se non condivido ciò che pensi, mi batterò alla morte perché tu possa dirlo! È peraltro un meccanismo processuale che dimostra quanto ancora sia poco liberale il nostro sistema, e perciò sostengo da tempo la necessità di una riforma radicale del sistema in chiave accusatoria, così come ritengo da sempre che deve essere vietata la comunicazione a mezzo stampa di un atto che dovrebbe rimanere riservato, soprattutto se l’indagato non è ancora stato messo a conoscenza e non ha avuto modo di difendersi”.
Insomma sei d’accordo con la proposta del ministro Nordio.
“Per la verità ero già in buona parte d’accordo con la Riforma del ministro Cartabia, cui speravo venisse data continuità all’inizio di questa nuova legislatura; ora mi sembra che Nordio si trovi in grave difficoltà, nel momento in cui ha provato ad accelerare sulle riforme più marcatamente liberali; da una parte anche perché Fratelli d’Italia ha sbagliato a non puntare con decisione sugli scorsi referendum, poi perché, come si dice comunemente la politica deve essere come la moglie di Cesare, al di sopra di ogni sospetto. Questo, soprattutto, quando si ambisce a realizzare riforme importanti, che come tali devono scontrarsi con un sistema forte e consolidato, quale è oggi il potere della magistratura”.
Almeno l’onorevole Santanchè dovrebbe lasciare il ministero?
“In generale credo che il governo si trovi in difficoltà a portare avanti un progetto di riforma convincente, quando vengono mosse delle gravi ipotesi di reato che concernono i suoi stessi esponenti. L’onorevole Meloni ha detto di non voler fare la fine di Berlusconi. A questo punto dipende da lei”.
Insomma tu credi che siamo sempre allo stesso punto di partenza, che siamo già tornati al 1994?
“Non che si siano fatti grandi passi avanti. Ti ricordo anche come cadde il Governo Prodi nel 2008, a seguito dell’inchiesta su Mastella. Un Ministro della Giustizia che aveva provato in ogni modo a dialogare con la magistratura. La politica ha torti e ritardi, ma la magistratura dopo il caso Palamara non sembra incline a farsi un’esame di coscienza appropriato. Sono sempre sempre più convinto che bisogna puntare in alto, ovvero alla separazione delle carriere, alla chiusura delle porti girevoli. Non si tratta solo dei passaggi dei magistrati in politica, ma anche dei magistrati che entrano nell’apparato dello Stato, che scrivono le leggi dai ministeri e poi giudicano le amministrazioni di chi hanno fatto parte. E poi c’è il tema dell’abuso di ufficio e del traffico di influenze. Ma tu lo sai che la Corte costituzionale, di recente, ha dichiarato l’illegittimità di una legge regionale perché oscura è incomprensibile? Ma come si fa ad amministrare un paese se le cose stanno così? E che affidamento possono aver e i cittadini nello Stato?”.
Cosa pensi che debba sostenere il partito repubblicano in una fase tanto delicata?
“Credo che il partito debba difendere il dettato costituzionale, nel suo spirito originario, puntando al rafforzamento politico di quei valori liberal-democratici che hanno potuto trovare concretizzazione nel dopoguerra: la magistratura è un ordine dello Stato, e non può ambire a essere un potere politico e amministrativo, a discapito di chi è stato eletto dai cittadini per governare. Come diceva Conti, la magistratura è il quarto potere dello Stato”.
È che si crede di essere diventato il primo!
“Ciò avviene se la politica non è all’altezza del suo mandato. Ma su questo, dovremmo aprire un capitolo ben più complesso e doloroso.”.
cco