Il vertice convocato a Riad dal giovane principe saudita bin Salman, non può certo essere derubricato come la solita inconcludente passerella della lega Araba. La sola presenza del presidente iraniano Raisi è qualcosa di sconvolgente. Sauditi ed iraniani si parlano, e persino egiziani ed iraniani, perché a latere del vertice, l’incontro fra Al Sisi e Raisi assume un valore storico. E questo è ancora niente, la stampa nemmeno ci ha fatto caso, alla presenza di Erdogan. Eppure fu proprio contro i turchi che si costituì la Lega araba, all’indomani della fine dell’impero ottomano. Poi come si sa della storia agli islamici interessa poco o niente. Conta principalmente la spiritualità, per cui se davvero riuscissero a superare la frattura fra sciiti e sunniti, questo, in effetti, sarebbe qualcosa di straordinario per loro e lo sviluppo mondiale. A proposito a Riad era presente persino Assad e questo anche assume un valore, considerato che la guerra al suo regime non gliel’ha fatta l’America, gliel’hanno fatta i sauditi. Resterebbe sempre il problema più politico da risolvere, quale l’eredità del pan nazionalismo rispetto allo Stato etico. Egiziani e siriani sono campioni laici. Nel caso si superasse la frattura fra le tribù discendenti del profeta, vai a sapere cosa accadrebbe di quei regimi che hanno speculato su quella.
Tutti aspetti complessi subordinati alla grande questione, l’ unica capace di far passare in subordine le passioni per tali divisioni, Israele. Se si pensa che i sauditi stavano per fare un accordo commerciale con Israele e ora si ritrovano a ricevere Raisi, è un trionfo dell’Iran. Bisognerebbe capire solo quanto sia stato gradito dalla casa regnante wahabita il cambio di programma. Gli arabi hanno questo di buono, la pazienza di chi vive accanto al deserto. Gli iraniani. dispiace per loro, sono per la verità frenetici come gli occidentali. Per cui presumere di capire cosa succeda esattamente in queste ore nel mondo arabo tanto allargato, è cosa che potrebbe giusto indovinare la Pizia. Quello che invece risulta evidente è che nonostante una simile formidabile prova di unità, trasuda un’incredibile debolezza. Il vertice ha chiesto all’America di fermare Israele. E l’America è amica di buona parte del mondo arabo e vorrebbe la distensione con il resto. L’America ha avuto solo Bin Laden e quel disgraziato di Saddam nel mirino e poi è stata felice di togliere il disturbo. Non gli è mai venuto in mente all’America, unico paese al mondo di colonizzare, un qualche lembo di quelle regioni, gli basta l’Arizona, che il presidente Grant avrebbe affittato, per vivere all’inferno piuttosto. Per cui l’America farà tutto il possibile per accontentarli. L’attività diplomatica statunitense è straordinaria. Blinken ha detto che i bambini palestinesi gli ricordano i suoi figli e poiché non ha dimenticato quelli ebrei, lavora per lo meno al rilascio degli ostaggi. I nostri amici islamici infatti, se vogliamo far loro un appunto, mancano di concretezza. Vogliono fermare Israele? Organizzino l’esercito, come nel 1973, Erdogan ha truppe efficienti, le uniche probabilmente in grado di combattere veramente, si promuova comandante in capo. Vediamo come gli arabi seguiranno il vecchio padrone turco alla riscossa. Altrimenti invece di sparare anatemi potevano provare ad usare la carta degli ostaggi per fermare Israele. E’ una carta per carità consunta, perché davanti a più di mille morti ammazzati, anche duecento ostaggi, non sono proprio una garanzia di qualche tipo, soprattutto se devono essere barattati con prigionieri miliziani. Israele ha i suoi difetti, ma non è proprio così sprovveduta da liberare, dopo aver subito un aggressione, i suoi aggressori. Ma figuratevi se ala Lega araba, hanno parlato degli ostaggi. Invece hanno fatto come l’Inghilterra, nel 1918, hanno distribuito la terra. Solo che l’Inghilterra allora aveva schierate le truppe dal Cairo a Damasco.
A cent’anni dalla pubblicazione dell’opera di Osvald Spengler il tramonto dell’Occidente, testo magari un po’ prolisso e confuso, bisogna dire che l’Occidente in verità è ancora in grado di combattere le sue cause. Magari con riluttanza e contraddittori, la democrazia occidentale è pluralista, sostiene comunque l’Ucraina, comprende la reazione di Israele e soprattutto non si fa intimidire dalle piazze avverse. Per essere tramontato, non è male. Ancora aspettiamo qualcuno che scriva sul tramonto dell’Islam. Eppure dopo i tempi di re Feisal, di sicuro un combattente, ci si riunisce in modo suntuoso, si sbraita, si minaccia e poi si torna a casa a vedere in tv che succede..
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