Il collega giornalista Umberto Pivatello ha intervistato per La voce repubblicana Paola Bergamo, 59 anni, residente a Venezia, è – in Veneto – la candidata del Pri al Senato nel collegio uninominale U02 (Treviso – Belluno) e in quello plurinominale che comprende anche
Venezia e Rovigo. Di formazione di studi classici Paola Bergamo è una imprenditrici nel settore delle relazioni pubbliche e sportive
Come mai ha deciso di mettersi in gioco in una campagna elettorale?
Anche se non ho mai fatto politica attiva mi sono sempre impegnata ad unire lo sport alle relazioni culturali e diplomatiche internazionali
Può essere più precisa?
Quando curo tutti gli importanti eventi sportivi unisco sempre al rispetto della sana competizione agonistica anche un impegno del sociale e quindi nelle relazioni internazionali. Voglio portare lo spirito del far play sportivo tipico del tennis nella politica.
Perché ha deciso di accettare la candidatura nel Terzo Polo?
Il Governo di Unità Nazionale guidato da Mario Draghi stava lavorando bene ma non è stato messo nelle condizioni di proseguire il suo lavoro fino alla scadenza naturale della legislatura. E’ stata una decisione irresponsabile che rischia di vanificare il percorso di modernizzazione del Paese intrapreso e garantito dal PNRR. Ancora una volta mette in risalto il problema della ingovernabilità dell’Italia che aveva recuperato in credibilità internazionale grazie a Mario Draghi.
Su quali temi sta focalizzando la sua campagna elettorale ed intende impegnarsi se sarà eletta al Senato?
È urgente intervenire sia per incrementare il potere d’acquisto delle famiglie sia sulla riduzione dei prezzi dell’energia che penalizza imprese e famiglie. È necessario farvi fronte con provvedimenti urgenti ma anche con visione strategica di lungo periodo. Fondamentale la revisione del prezzo dell’energia elettrica svincolando le rinnovabili dal gas; è necessario mettere al più presto in funzione i rigassificatori e dar vita ad un mix per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento che vanno dal nucleare, all’eolico e all’idrogeno come vettore energetico.
Bisogna puntare sulle rinnovabili per accelerare la transizione energetica e arrivare a ridurre la CO2 che in agenda sarà ridotta del 50% entro il 2030 e ridotta a zero entro il 2050. Questo ci permetterà di vivere in un ambiente più salubre e sicuro perché molti dei dissesti idrogeologici sono legati a fenomeni metereologici estremi direttamente connessi all’impatto che l’inquinamento ha sull’ambiente. Sull’ambiente incidono pure i rifiuti che produciamo e vanno premiati i comuni virtuosi e messi in funzione i termovalorizzatori. E poi c’è la grande questione del lavoro in tutte le sue innumerevole sfaccettature.
Problemi pesanti e tutti complessi. Da dove inizierebbe?
Va riformata la TARI che oggi appare iniqua poiché sganciata dall’effettiva quantità di rifiuti prodotti. È urgente intervenire in materia del lavoro procedendo alla riforma del reddito di cittadinanza che sebbene a monte avesse un obiettivo nobile, di fatto ha fallito nel suo intento non riuscendo a far incontrare efficacemente domanda e offerta del lavoro. È costato 20 Ml di Euro nel primo anno e mezzo alla collettività ma solo il 4,5% dei percipienti il reddito ha trovato lavoro e va senz’altro migliorato prevedendo che dopo il primo rifiuto il beneficio sia eliminato e dopo due anni sia ridotto.
Viviamo la contraddizione per cui il 56% delle famiglie vive in condizioni di povertà assoluta e non percepisce il RDC mentre il 36% dei percipienti si trova sopra la soglia di povertà assoluta.
Fondamentale reintrodurre i Voucher per promuovere il lavoro flessibile, ciò significa porre rimedio a precariato e impedire illeciti che costellano il mondo del lavoro.
Essendo spesso a contatto con i giovani, in ambiente sportivo, ne conosco desideri ed inclinazioni e in materia di lavoro mi sta a cuore proprio il lavoro giovanile. Dobbiamo permettere ai giovani di “futurarsi” e incentivarli a fare impresa. I giovani hanno tante idee ma poi cozzano contro un sistema burocratico disincentivante e costi difficili da affrontare che ne scoraggiano l’imprenditorialità. Vanno aiutati mitigando il problema della liquidità, posticipando e rateizzando nei primi tre anni, per gli Under 35, gli adempimenti fiscali.
E sullo scottante argomento del salario minimo qual è la sua posizione e quella del Pri?
Per quanto riguarda il salario minimo – previsto da una Direttiva Europea – voglio ricordare che è stato inserito nel “Programma di governo liberal-democratico”, il cui tavolo di lavoro è stato presieduto da Carlo Cottarelli e, sul tema specifico, ha dato un contributo importante proprio il PRI tanto che la questione del salario minimo fa parte del nostro programma.
Sempre sul tema lavoro, non crede che siano maturi i tempi per una effettiva parità di trattamento tra uomini e donne?
L’effettiva uguaglianza tra uomo e donna in tema di lavoro è un argomento che mi sta particolarmente a cuore. In Italia le donne costituiscono il 35% della densità demografica, studiano, sono attive, propositive e capaci. Valgono come gli uomini ma ancora non riescono ad accedere, salvo rare eccezioni, alle stesse opportunità di carriera e affermazione. Il Principio di Uguaglianza non può essere disatteso: è principio informatore di una società civile e a parità di merito devono essere garantite pari opportunità! Sono materie che vanno affrontate sia in sede nazionale sia in sede Europea. In questo senso auspico una collaborazione sempre più stretta tra i Paesi Europei a cominciare dalla Francia “Nazione Sorella”, come diceva Mario Bergamo, mio nonno, l’ultimo segretario del Pri sotto la monarchia, prima che il fascismo mettesse fuori legge tutti i partiti.
Chi può scelga Paola Bergamo per il Senato. È una persona per bene competente ed affidabile. Non ha bisogno di fare politica e se lo fa è per passione e spirito di servizio.