Un capogruppo di una forza politica parlamentare che ha avuto responsabilità di governo, nel momento nel quale interviene in parlamento a nome del suo partito dovrebbe mostrare un qualche rispetto per le istituzioni democratiche che rappresenta. Per la prima volta nella storia della Repubblica si è assistito ad un attacco diretto alla democrazia dai banchi di Montecitorio, indi per cui uno poi deve chiedersi quale sarebbe il regime che si sia disposti a sostenere se quello democratico è denunciato come totalmente corrotto. L’onorevole Ricciardi capogruppo del movimento di Conte ha detto tra gli assensi compiaciuti della sua parte, che della guerra atomica è stata responsabile una democrazia, così come oggi una democrazia starebbe compiendo una strage di inermi civili a Gaza. Tralasciando l’attualità, per precisione storica nessuna democrazia ha mai fatto una guerra atomica, come ha asserito l’onorevole Ricciardi. Semmai una democrazia ha concluso una guerra terrificante con l’uso dell’atomica garantendo la pace fra le potenze mondiali uscite dal conflitto per lo meno fino a due anni fa. Questione completamente diversa asserire, come ha sempre fatto l’onorevole Ricciardi, che l’Olocausto sia stato responsabilità di una democrazia. .
Solo un profondo estimatore di Carl Schmitt può sostenere che il nazismo fosse un tipo di democrazia, una specie di premierato in cui il popolo è garante diretto delle politiche del Cancelliere del Reich. Anche l’ungherese Gyorgy Lukàcs pensava più o meno la stessa cosa di Schmitt su Stalin. Il marxista Lukàcs era però molto più prudente riguardo alla definizione da dare del sistema politico staliniano rispetto a quello nazista. Preferiva infatti considerarlo una soluzione di necessità “bonapartista” dovuta allo stato dei tempi, più che una democrazia. Il fatto che Stalin avesse contestato il bonapartismo a tutti i suoi avversari, da Trotskij a Tuchacevskij, diveniva irrilevante davanti alla necessità di incarnare completamente lo spirito popolare della nuova Unione sovietica.
Che la dittatura possa essere funzionale alla vita democratica è questione che si pone dal tempo del Senato di Roma. Nel caso di Hitler e Stalin il primo per lo meno godeva di manifestazioni di giubilo delle masse. Il nazionalsocialismo fu effettivamente diffuso e molto spesso spontaneo. Non oltre al 1943 però. Dal 1943 in avanti spontaneità e giubilo andarono parecchio declinando, per cui vi sarebbe da dire che il declino democratico del nazionalsocialismo coincide con l’Olocausto. Questo sempre accettando l’idea dell’onorevole Ricciardi per cui la democrazia parlamentare e la dittatoriale, possano essere messe su uno stesso piano, anche quando sono in aperto conflitto armato fra di loro, altra cosa che non accadeva al tempo di Roma e nemmeno al tempo della Rivoluzione. La Francia dittatoriale combatte i vecchi imperi centrali non le democrazie.
Per quanto si possa essere disponibili a concedere un’ ampia interpretazione del concetto di democrazia, non si può concedere nulla sul piamo della morale. L’onorevole Ricciardi ha concluso il suo intervento in Aula sostenendo che poiché la democrazia è omicida, bisogna anche farla finita con la morale. Ora tale affermazione si avvicina al pensiero di Nietzsche che vedeva nella morale un errore, ma Nietzsche era un impolitico. La politica poggia necessariamente su una base morale quale che sia, altrimenti non esce da un disperato individualismo antitetico alla poleis. alla comunità. Disgraziatamente ieri l’onorevole Ricciardi ha illustrato la base politica del movimento di Conte in piena luce. Per costoro la democrazia è immorale.
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