Gian Antonio Mingozzi insieme ad Alberto Gamberini della Direzione nazionale del Pri hanno assistito nell’Aula dei gruppi della Camera alla “Terza Lezione Ugo La Malfa” pronunciata da Antonio Patuelli, presidente ABI. “Per noi romagnoli, e ravennati in particolare, ha commentato Mingozzi, la Lezione di Patuelli costituisce un punto d’orgoglio per la città e per la passione, il coraggio e le intuizioni che abbiamo sempre riconosciuto ad Ugo La Malfa, un protagonista straordinario degli ideali repubblicani”. Mingozzi ha ricordato il “difensore, partigiano e patriota, della Repubblica conquistata con la lotta di Liberazione”. Mingozzi ha poi apprezzato come Patuelli abbia avuto attenzione a non occupare spazi della politica che non competono al presidente dell’Associazione Bancaria e del Gruppo Cassa di Ravenna. Antonio Patuelli ha detto, “ha offerto una grande lezione al mondo dell’economia e delle istituzioni europee fondata sulla necessità impellente di costruire strumenti di raccordo interbancario con un nuovo costituzionalismo europeo che garantisca diritti e doveri ad ogni Stato nel rispetto dei cittadini in tutte le ragioni di libertà e di moralità nelle proprie scelte”.
Mingozzi ha altresì sottolineato come in “un mercato unico sano, la concorrenza fiscale è deleteria soprattutto se rivolta alle condizioni bancarie”, Infatti Patuelli nella sua conferenza ha ricordato come la BCE vada rispettata e seguita nelle decisioni che assume. Nell’intervento del presidente ABI sono risuonate le parole che accompagnavano la “Nota Aggiuntiva” e l’autorevolezza di Ugo La Malfa quando, anche nei comizi ravennati, sfidava quelle forze politiche ben più numerose ad assumere “decisioni impopolari ma doverose per il futuro del Paese”.
Al termine della Lezione, sia Patuelli che Giorgio La Malfa, presidente della Fondazione intitolata al padre, hanno convenuto come sia indispensabile una vera Costituzione europea che definisca la natura degli Stati Uniti d’Europa, e, citando le memorie di Guido Carli, hanno concluso che “grazie a uomini come La Malfa, De Gasperi, Einaudi l’Italia non imboccò la strada del peronismo dopo la Liberazione ed oggi siamo uno dei maggiori Paesi industriali del mondo”.