Che la manovra del governo nemmeno stesse in piedi, si comprendeva dal solo fatto che la stampa non disponesse di un testo scritto e che il presidente del consiglio ha nervosamente rimproverato i giornalisti che la contestavano. Per carità, l’onorevole Meloni ha ragione, le manovre del governo Conte erano più che penose, ma erano messe nero su bianco, errori di sintassi inclusi e i colleghi della stampa devono pur disporre di qualcosa per chetarsi, poi non è che sempre si capisca di economia. In questo disgraziato caso, non solo i colleghi della stampa, ma neanche a Forza Italia hanno avuto a disposizione uno straccio di bozza, tanto che quel partito non ha partecipato all’illustrazione di un testo che non c’è. Berlusconi era più sbigottito che furente. Ha capito che la situazione è davvero grave.
Salvini, di fatto, è diventato il suggeritore dei provvedimenti finanziari dello Stato al posto di Draghi. Una cosetta da niente. Meloni invece non è riuscita nemmeno ad eliminare come pure, aveva promesso, il reddito di cittadinanza e questo suscita un ulteriore torcibudella. Ogni giorno un ministro, un sottosegretario di Fratelli d’Italia, si alza per proporre qualche esclusione dalla platea dei beneficiati il che potrà portare, al massimo delle possibilità, al dimezzamento del reddito, non alla sua scomparsa e comunque non nel prossimo anno.
Allora, si comprende perfettamente che l’opposizione senta subito il richiamo della piazza. C’è persino qualcuno, chissà mai chi, pronto alla guerra civile. Magari costui la facesse sul serio sta guerra civile così ci sbarazzeremmo per sempre, non della manovra, ma di un tale individuo. Anche andare in piazza non è che serva poi a molto, se non a riempire di insulti il governo, che magari se lo merita pure, ma sai la soddisfazione. Mentre bisogna riconoscere e guai a non farlo il sangue freddo di Calenda. Egli se ne è uscito dicendo bisogna aiutare l’onorevole Meloni a portare a casa qualche risultato. Sulle prime da Palazzo Chigi hanno sghignazzato, poi hanno capito che c’è poco da ridere e si sono detti disponibili al confronto, per cui Calenda ha messo a segno un colpo.
Viste le premesse è poi molto difficile credere che davvero Calenda riesca a migliorare qualcosa della non impostazione economica del governo. Praticamente, occorrerebbe che Meloni dicesse a Calenda fai te e lui richiamasse Draghi. Questo solo servirebbe. In compenso la mossa di Calenda è volta a imprimere una caratterizzazione del suo movimento fuori dalle brume nebulose dell’opposizione e dall’opaco sole della maggioranza.
Si commetterebbe un errore a non valutarla adeguatamente, non come una qualche disponibilità a soccorrere l’onorevole Meloni, che comunque non sembra averne bisogno, soprattutto ora con gli italiani che se le bevono tutte, ma come il segno di un’intelligenza politica autentica di Calenda.