Quello che pure dovrebbe essere chiaro dallo sciopero dei lavoratori dei trasporti è che una volta fissato un salario minimo, in una società capitalistica, il lavoratore vuole aumentarlo. In una società autoritaria invece puoi mettere uno sbirro in ogni azienda che controlli che qualcuno non sia disposto a lavorare per un salario inferiore al minimo e così rientrare nel mercato del lavoro, dal momento che i disoccupati sono almeno in Italia sette milioni. Una forza politica moderna che agisce nella vita democratica di un paese, è inutile che si preoccupi di stabilire un salario minimo. Piuttosto serve capire come riuscire ad alzare ogni salario, possibilmente ogni anno, soprattutto in presenza di un’inflazione come quella che ci ritroviamo in questi mesi. Nessuno ti impedisce di pensare di risolvere i problemi attraverso i decreti, c’era una volta un governo che aveva persino abolito la povertà per legge. Più modestamente sarebbe meglio iniziare ad impostare una politica economica utile a ridurre il debito, senza la quale, puoi fissare il salario che ti pare, tanto quello verrà eroso dall’inflazione.
Che poi Pd e movimento cinque stelle abbiano una qualche difficoltà a capire questo concetto si comprende. L’impatto che le politiche del loro governo hanno avuto sul debito pubblico italiano è stato straordinario e tale che ancora non si sa quantificare. C’era uno studio pubblicato da il Sole 24 ore per cui questo fosse costato ad ogni italiano, 5.420 euro, di cui 2.371 euro di minore Pil pro capite e 3.049 euro di incremento di debito. In proporzione il debito era sopra almeno due punti percentuali a quello di ogni altro paese europeo nel medesimo periodo. Ma c’era l’emergenza. Bisogna allora capire come è stata gestita questa emergenza per avere simili risultati. Si apprezzerebbe da parte dell’opposizione una proposta utile per tagliare il debito, proposta che non si vede nemmeno da parte del governo. Eppure con una situazione di debito pubblico simile è inevitabile che tutto si riduca ad alzare le tasse, cosa che del resto sta facendo a suo modo, piuttosto penoso, il governo aumentando il prezzo delle bevande gassate e dei tabacchi. Grande idea il balzello per i turisti che vogliono visitare il Pantheon, ma come dire, magari serve altro.
In presenza della manifesta incapacità del governo di tagliare il debito fatto precipitate da Pd e cinque stelle, il pnrr assume un valore strategico perché comporta almeno una quantità di investimenti. Senza altare le tasse, si può provare a rientrare dal debito con i tagli alle spese, altrettanto dolorosi, anche se l’Italia abbonda di inutili. Altrimenti, vi sono gli investimenti di risorse pubbliche e private capaci di generare reddito. Il professor Paolo Savona alla Consob distribuisce preziosissime lezioni a proposito che purtroppo pare non ascoltino proprio coloro che hanno avuto il merito di nominarlo in quel ruolo.
Mai il governo disponesse della visione politica e della necessaria autorevolezza, indicherebbe le spese da tagliare, un piano di investimenti da avviare, una riforma normativa di garanzia senza la quale gli investimenti privati mancano. Il pnrr sarebbe il volano per realizzare un piano di ripresa del Paese. Invece sta lì a discutere con l’Unione europea le modifiche da fare e, per carità, ci sarà sicuramente la necessità di modificare, solo che così i soldi non arrivano e per affrontare la questione sociale, il governo è ridotto a proporre delle mancette, davanti alle quali la generosità di Conte fa un figurone. Manca completamente una proposta di politica economica evoluta che consenta il controllo dell’inflazione e l’aumento dei salari, e quindi una ridistribuzione del reddito, senza la quale è inutile che ci preoccupiamo della guerra. Venissimo bombardati sarebbe più o meno lo stesso.