L’informativa del presidente del Consiglio alle Camere in vista del Consiglio europeo è stata ricca di eccellenti intenzioni. L’onorevole Meloni si è preoccupata persino di assegnare un ruolo all’Italia, quello di creare un ponte nel Mediterraneo per evitare un conflitto fra civiltà. Secondo il Suo parere, Hamas rappresenta una qualche forma di civiltà islamica, come pure sembra ritenere il presidente turco Erdogan, o è solo una degenerazione di quella? Nel caso avesse ragione Erdogan, Hamas è una forza liberatrice, non una organizzazione criminale, ed ecco che il conflitto che si apre non è con l’altra parte del Mediterraneo, ma con questa stessa, all’interno della Nato. L’Italia, prima ancora di preoccuparsi dello scontro tra occidente ed oriente, dovrebbe per lo meno ricucire i rapporti con la Turchia che si contrappone alla Germania, la quale intende sostenere Israele per ragioni storiche e politiche, qualsiasi cosa accada. In parole semplici, lo scontro da evitare è quello interno ad un’organizzazione di difesa atlantica a cui l’Italia appartiene a pieno titolo.
Conforta poi sapere che il governo italiano ha espresso solidarietà ad Israele, comprensione per le persecuzioni secolari subite dagli ebrei, condannato gli omicidi compiuti il sette ottobre e via dicendo. E’ sicuro il presidente del Consiglio che tutto il parlamento condanni come lei l’antisemitismo? Non c’è una legislazione che individui il reato di antisemitismo, né in Italia, né nel mondo, come ce n’è una che condanna il reato di mafia e persino di associazione esterna alla mafia. Per cui se tu denunci qualcuno come antisemita e quello ti querela, conviene chiedere scusa. Nemmeno David Irving, convinto che le docce ad Auschwitz servissero agli ebrei per lavarsi, è stato condannato da un tribunale come antisemita. E il paese intero, quello che una volta approvava leggi razziali e oggi, nelle piazze, disegna deltaplani, è antisemita come si proclama il governo? Cosa intende fare il governo dell’onorevole Meloni nel caso in cui la sua proposta risolutiva, “due popoli due Stati”, non fosse realizzabile a breve o a medio termie, dal momento che nessuna parte politica a Gaza la sostiene? Fatha, il governo ha incontrato Abu Mazen, è fuori dai giochi, mentre Israele, considera tramontata l’ ipotesi dei due stati almeno dal 2005 per cause di forza maggiore. I popoli in Palestina sono due, arabi ed ebrei e gli stati arabi sono già quattro.
Il problema che si trova di fronte al governo italiano è semplice ed immediato. Israele ha, o non ha, il pieno diritto di difendersi ed è l’unica autorità preposta, l’Onu è paralizzato, a stabilire i termini di questa autodifesa? Secondo il presidente statunitense Biden sì, a condizione di rispettare “le regole della guerra”. Ammesso che in guerra vi siano regole certe, Israele non sta operando una vendetta o una ritorsione sulla popolazione di Gaza. Sta colpendo obiettivi militari che come sappiamo a Gaza sono miscelati con quelli civili. Il miliziano palestinese che massacra le famigliole israeliane non telefona al suo quartiere generale per prendere istruzioni, ma al padre che lo incita a versare più sangue ebreo. Secondo il governo italiano questo è parte di uno scontro di civiltà, o è piuttosto un massacro che con la civiltà non c’entra un bel niente?
Bisognerà aspettare per lo meno una seconda informativa del presidente del Consiglio, che avverrà necessariamente nel caso in cui le forze Israeliane decideranno di entrare a Gaza. Un momento che potrebbe anche non avvenire, Israele non palesa i suoi obiettivi e le sue vere intenzioni militari. Magari bombarderà il Qatar, o l’Iran. Allora si vedrà davvero la politica del governo italiano. Oggi si può giusto dire che Il governo italiano, abbia compreso l’importanza della politica internazionale e sembrerebbe fare grande affidamento nelle mosse compiute finora. Tanto entusiasmo da parte di un neofita, Fratelli d’Italia è la prima volta che guida un governo e lo fa in frangenti drammatici, comporta dei margini di ingenuità. Senza mai voler definire un “accordicchio”, come pure è stato fatto a sproposito in aula, quello raggiunto con la Tunisia, certe illusioni possono costare caro. Il presidente del Consiglio, riferendosi al calo degli sbarchi di questi giorni, ha detto che quest’accordo con Tunisi comincerebbe a funzionare. Purtroppo, vi sarebbe da credere che più della guardia costiera tunisina, facciano le condizioni climatiche. Il governo invece di compiacersi della solidità della sua maggioranza, Sgarbi e Sangiuliano, non sembrano molto solidali, dovrebbe calibrare meglio le sue linee di azione. Teme l’invasione dei terroristi che vengono dall’Africa e non sembra accorgersi di chi già soffia sul fuoco nelle piazze e nelle televisioni, come pure avviene dalla parte della nostra civiltà, o nelle moschee italiane, la civiltà accanto alla nostra. Prima della guerra di civiltà, bisogna evitare la guerra civile.
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