Rimango sempre un po’ spiazzato quando leggo di questo o quel divo che si converte a questo o quel culto. E lo esibiscono a favor di camera. Sono felice per loro, intendiamoci, se questo li fa sentire meglio. Non che non sia seria l’organizzazione, ci manca solo che mi metta io a distribuire patenti di autorevolezza. Non che ognuno non possa aderire ai culti o ai gruppi che crede, ma sbattere questa scelta in prima pagina, senza grosse considerazioni teoretiche, magari scegliere qualcosa di lontanissimo dalla nostra cultura, per far vedere che si è originali nella scelta, e tutto il resto escludere, mi fa venire in mente quello che diceva Umberto Eco: «Quando la gente smette di credere in Dio, è allora che comincia a credere a tutto». Intendiamoci: lo stesso Hegel diceva che le ‘filosofie bambine’, quelle orientali, o le pratiche mistiche non sono vie di conoscenza ‘false’. Sono solo ‘povere di conoscenza’ rispetto alla ricchezza della tradizione occidentale. Non è dunque affatto detto che non siano efficaci, se il nostro fine è la tranquillità e non la Conoscenza. Il punto è un altro: la chiarificazione esistenziale è roba seria, non una transumanza senza fine, da ripetere a ogni stagione, a imitazione della star di turno. Presentata così sembra un prodotto venduto da un testimonial. Come il caffè Lavazza di Manfredi che lo mandavi giù e ti tirava su.
Claudio Baglioni intanto ha vinto una causa contro Striscia La Notizia che gli dava del copione pure se non era vero. Un metodo squadrista. Prendi uno e lo metti sotto in prima serata. E ci fai pure un libro, oggi sequestrato dal Gip. Il Magistrato ha evidenziato come anche l’accostamento di Baglioni a Lurch della Famiglia Addams, a tanto è arrivata la classe di Antonio Ricci, “con evidente allusione sarcastica alla circostanza che il cantante si sarebbe rifatto il volto grazie alla chirurgia estetica” è considerato un attacco “gratuito alla persona”. Ma certo quell’eroe di Ricci non si farà intimidire. E andrà a cercarsi qualche altra vittima, così, per ridere.
Cerchiamo ogni giorno di farci largo tra la banalità che ha conquistato il mondo. E, parafrasando Nathalie Sarraute, i grandi mezzi di comunicazione hanno spostato la creazione delle banalità dalla sfera artigianale a quella della produzione industriale. Mattia Santori, quello che ha fondato le sardine per fare scendere il Pd in piazza ma non è quasi mai riuscito a scendere in piazza, quello eletto in consiglio comunale a Bologna che ha difeso con tanta passione le oche del vicinato dai cani che fuggono dai giardini, adesso ha scritto un libro, Mamma mi faccio le canne, e manca poco lo promuovano pure alle previsioni del tempo. Valentina Nappi, la pornostar che scrive su MicroMega, ha deciso di farsi annusare dal pubblico per una performance, attenzione adesso… “di arte contemporanea”. Sì perché per odorarla dovremo andare il 17 giugno al Contemporart Art Museum di Casoria e pagare un biglietto. E non sto scherzando.