Dopo più di due anni dall’invasione dell’Ucraina la guerra di Putin non trova riscontri in nessun manuale militare, in verità è unica nel suo genere, per metodo ed obiettivi. Quando la si paragona con il primo conflitto, il fronte presenta reti di trincee fortificate, il riferimento è impietoso per la Russia, data la pochezza del suo avversario in confronto all’impero tedesco ed austroungarico che le si contrapponevano nel 1915. Una Russia ridotta davvero ad una guerra di trincea per piegare l’Ucraina, farebbe meglio subito ad alzare bandiera bianca. D’altra parte la guerra di Putin non assomiglia neanche al blitz krieg del 1940. Hitler sbaragliò la Francia in un mese, e la Francia era allora una grande potenza mondiale, uscita vincitrice dal primo conflitto. l’Ucraina ha un su esercito dagli anni ’90 del secolo scorso che vanta una comparsata in Afghanistan all’interno della missione Onu.
L’unica possibile somiglianza storica per Putin è con la guerra condotta da Franco in Spagna. Il caudillo sconfitto a Madrid quando credeva di esserne già in possesso dirottò il suo esercito su obiettivi strategicamente irrilevanti all’interno dei territori della Repubblica, tanto che Mussolini che l’armava e finanziava, era diventato furioso con quell’ometto ottuso e paffuto di boria. Franco prima aveva ritardato per combattere all’Alcazar di Toledo e passi, poi invece di puntare da Valencia dritto su Barcellona, ripiegava sull’Ebro. Putin è impegnato in un’operazione nel Donbass che concerne villaggi sconosciuti e si tiene lontano da un’offensiva su Odessa, l’unica che gli darebbe un vantaggio strategico, mentre ancora non sfonda ad ovest per arrivare a Kyiv. Se è vero che Putin ha guadagnato terreno, l’intelligence britannica continua a sostenere che non c’è nessun vantaggio rilevante perché questo dipende solo dall’arretramento di un esercito ucraino che si mantiene compatto e combattivo.
Franco non aveva nessuna fretta di vincere la guerra civile, al contrario voleva farla durare il più a lungo possibile perché forte di mezzi, uomini ed armi contava di sterminare tutta quella parte della popolazione che gli era avversa. Per cui si potrebbe pensare che Putin abbia la stessa strategia di Franco per compiere una pulizia etnica in profondità. La differenza è che Franco aveva una cospicua parte della popolazione che lo sosteneva, cattolici, monarchici, falangisti, persino i carlisti oltre ai delusi della Repubblica. Putin non si capisce quali interlocutori abbia nella popolazione ucraina. Putin si ritrova lo stesso problema di Stalin che pure aveva il socialismo per persuadere gli ucraini e dovette comunque eliminare un terzo della popolazione, probabilmente dieci milioni di persone, in un periodo di tempo di otto anni. Putin, dovrebbe fare lo stesso, considerando che rispetto al tempo di Stalin, gli ucraini sono passati da trenta milioni che erano a quasi cinquanta e quindi bisognerebbe raddoppiare gli sforzi di Stalin, perché gli ucraini rispetto ad allora, primo sono armati, secondo, non hanno accolto i russi con la gioia con cui li accolsero nel 1918. Questo è il punto vero, i nazionalisti cosacchi e le loro bande si dileguarono davanti all’Armata Rossa in cinque minuti. Lo racconta Bulgakov in La Guardia Bianca.
Putin non sarà mai come Franco che passò per liberatore della Spagna. Il modello politico di cui Putin ha esperienza è quello della Cecenia, dove si è affidato ad un macellaio come Kadirov per reggere il governo, ma la Cecenia è una piccola regione, meno di ventimila chilometri quadrati di territorio, un milione e mezzo di abitanti, e ci sono voluti nove anni per pacificarla. Per l’Ucraina potrebbe averne bisogno di trenta. Nemmeno si può pensare di controllare l’Ucraina come la Bielorussia, con un governo fantoccio, dal momento che già ci ha provato e il tentativo è fallito miseramente, appunto, l’Ucraina è tre volte la Bielorussia.
Per tutte queste ragioni l’America è molto meno preoccupata in verità delle sorti della guerra di quando possa essere l’Europa che teme il coinvolgimento. Ancora ieri il segretario di Stato Blinken si è rivolto al Cremlino promettendo disponibilità ai negoziati di pace. Senza nemmeno assicurarsi se i nuovi aiuti militari abbiano effetto o vengano distrutti dai russi. L’Ucraina avrebbe bisogno di truppe addestrate oltre che di armi, per vincere una guerra, che i russi hanno già perso dal primo momento. Quando tempo ci metteranno per accorgersene? Questa è l’unica domanda che si pone l’amministrazione statunitense. Alla Casa Bianca vorrebbero rivincere le elezioni.
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