Uno scontro con la Francia, ad un anno di distanza del Trattato del Quirinale, firmato dal presidente Macron e dal presidente del Consiglio Draghi, non è solo dannoso e inutile, è innanzitutto un errore fatale. Il trattato prescrive nel caso di controversie sull’applicazione dello stesso, una risoluzione amichevole tramite consultazioni e negoziati. Qui siamo arrivati alle recriminazioni. Ci sarebbe da chiedersi se la maggioranza l’abbia mai letto questo trattato che pure impegna anche il nuovo governo. Possiamo trovare ogni possibile difetto alla politica francese, e persino arrivare a dire come ha detto l’onorevole Calenda, che non spetta a qualche politico francese dare lezioni di diritto. Tutto giustissimo, tutto comprensibile, come è persino apprezzabile lo sforzo compiuto dall’Italia in tema di immigrazione. Il problema è l’impostazione politica che si vuole dare a questo problema non l’elenco dei torti e delle ragioni.
L’onorevole Meloni ha detto che l’Europa potrebbe voler isolare l’Italia, invece che gli scafisti. Non sappiamo come le venga in mente un simile paragone, ma dovrebbe liberarsene al più presto. L’Europa e l’Italia devono affrontare insieme il problema degli scafisti e le soluzioni decantate dall’onorevole Meloni prima di prendere la guida del governo, il blocco navale, gli accordi con la Libia, sono irrealistiche, con chi lo fai un accordo in Libia, o prive di senso. Occorre che il presidente del consiglio Meloni si dimentichi la propaganda e inizi ad entrare in una prospettiva di comunità europea che prevede l’assistenza ai migranti. Poi avrà tutte le ragioni per discutere dell’accoglienza, trovare le politiche adeguate per rispettare le prerogative dell’Italia, tirare fuori le cifre, i torti passati, limitare le navi Ong, quello che le pare. Ma il governo italiano non si può permettere di negare l’assistenza non è tollerabile sentire il vice presidente del consiglio dell’Italia repubblicana e democratica dire di donne e bambini recuperati in mare mandateli ad Oslo, e nemmeno a Tolone. Si da rifugio al primo porto sicuro e non si discute. Altrimenti la Francia e l’Europa fanno bene ad indignarsi.
Più in generale occorrerebbe poi che il governo italiano si risparmi la figura del ridicolo. Abbiamo sentito ministri dire che noi accogliamo tremila migranti in un anno e la Francia 180. La Francia che è stata una potenza coloniale ha naturalizzato più di sei milioni di migranti dagli anni sessanta del secolo scorso tanto che il povero De Gaulle temeva che la città Colombey-les- Deux Eglises, divenisse Colombey-les–Deux. Mosquèes. Adesso vedremo i mondiali di calcio e guardando la pelle dei giocatori francesi avremo un’idea di come è proceduto questo processo di integrazione, che è stato innanzitutto un atto dovuto. L’Italia anche ha avuto un passato coloniale, molto meno grandioso di quello francese e sicuramente più feroce. Anche per questo non possiamo permetterci di storcere troppo il naso davanti ai migranti. Nemmeno loro quando erano residenti in Libia, o in Somalia, ci volevano fra i piedi.
foto dagli archivi del Quirinale