L’amico di Napoli Tommaso Alessandro De Filippo ha inviato il seguente articolo che volentieri pubblichiamo.
Macron questa volta è solo da applaudire: ha finalmente esercitato la leadership che gli è spesso stato rinfacciato di non possedere. Se i finanziamenti americani non si sbloccano in fretta e l’Europa non riesce ad adottare l’economia di guerra – aumentando drasticamente la produzione di armamenti da inviare in Ucraina – sarà necessario un intervento diretto quantomeno di alcuni paesi Nato contro la Russia. Putin deve perdere questo conflitto altrimenti avremo la sua armata alle porte di casa nel giro di pochi anni. Con la differenza che rispetto agli ucraini i nostri popoli non sono capaci di resistere e compattarsi in maniera tanto eroica, anche a causa della mancata conoscenza di cosa significhi vivere sotto il controllo di Mosca. Non saremmo in grado di riprodurre una simile resistenza popolare, ragion per cui in caso di necessità dobbiamo contare sui nostri eserciti per tenere i russi distanti.
Basta con la storia delle linee rosse e dell’escalation atomica: i rischi per la sicurezza ci sono ma con l’uso efficace della deterrenza si può mantenere il conflitto diretto in uno schema convenzionale, evitando che dal Cremlino partano ordini folli. L’importante è far capire a Putin che l’uso delle armi non convenzionali produrrebbe una reazione doppiamente dura nei suoi riguardi.
Se la Russia ci fa del male, noi la devastiamo. Se la Russia usa la forza e la minaccia, noi possiamo fare peggio nei suoi confronti. Bisogna che lo Zar abbia chiaro questo per tenerlo a bada.
Bene hanno fatto il presidente ieri, il premier ed il ministro degli esteri francesi oggi a mettere sul tavolo l’ipotesi dell’invio di truppe occidentali in Ucraina in futuro: le loro affermazioni contrastrano l’ipocrisia e la strategia fallimentare che punta a nascondere all’opinione pubblica le scelte sensibili fino all’ultimo istante utile.
Se la guerra con la Russia è inevitabile o comunque molto probabile i nostri cittadini devono arrivarci preparati, non potendo permettersi un nuovo schock in caso escalation inattesa.
Che a determinare un nuovo cambio di passo comunicativo e politico della guerra sia stato proprio Macron, colui che era partito dal “non dobbiamo umiliare Putin”, è ancor più indicativo della delicatezza del momento storico e delle mire che la Russia abbia verso il nostro continente.