Saranno oramai cinque anni che le piazze del 25 aprile subiscono i cosiddetti movimenti filopalestinesi, che con kefiah e la bandiera del pistolero Arafat intimidiscono i partecipanti alle manifestazioni. Anche se può apparire sgradevole ad una festa della Liberazione prescrivere dei comportamenti e chiedere di rispettarli, da ieri non si tratta più di fischi e minacce e a Roma e a Milano si è arrivati direttamente allo scontro fisico, il che è intollerabile. Altrettanto inammissibile che ci sia gente in piazza a volto coperto e che le forze dell’ordine, le stesse intente ad identificare chi grida “viva la Repubblica antifascista” in galleria alla Scala, lo consentano. Il ministro degli Interni si preoccupi degli accertamenti necessari dal momento che simili figuri sono pure apparsi sotto le telecamere dell’Azienda di Stato con la massima disinvoltura.
Il presidente dell’Anpi di Milano si è invece preoccupato degli esponenti della maggioranza di governo che a suo dire non si riconoscono nell’antifascismo, intendendolo principalmente un fenomeno degli anni ’70 del secolo scorso, al limite del brigatismo rosso e questo sarebbe un problema. Molto meno immediato di quanto avvenuto nella giornata di ieri. La costituzione antifascista consente di pensarla a ciascuno come gli pare, purché si sottoponga alla legge. Questo vale per chi è al governo, certo, e anche per chi va in piazza, e gli esponenti del governo che sicuramente non si sentono antifascisti come vorrebbe il presidente dell’Anpi, per lo meno il 25 aprile se ne vanno al mare, non fomentano disordini, a contrario dagli amici dei palestinesi.
La voce repubblicana ha posto la questione del ritorno del simbolo del movimento sociale in quello di Fratelli d’Italia, invitando a rimuoverlo, per lo meno se il presidente del consiglio vuole essere credibile quando dice che dalla caduta del fascismo sono state poste le basi della nostra democrazia. I vecchi missini infatti la pensavano diversa. Rimane un fatto che per lo meno ieri la fiamma tricolore è stata riposta nei cassetti e la Brigata ebraica è stata discriminata da altri colori. Non ci si azzardi a giustificare con la guerra a Gaza, perché la Brigata ebraica ha solo combattuto in Italia e dalla parte degli anglo americani. I cosiddetti palestinesi, all’epoca avevano invece come riferimento il gran Muftì di Gerusalemme, lo stesso che aveva suggerito ad Adolf Hitler di formare una legione mussulmana nelle SS. I cosiddetti palestinesi dal 1943 erano al servizio di Himmler,
Anche solo vedere striscioni che usavano il termine “genocidio” contro Israele era un insulto alla nostra storia. oltre che al semplice buon senso. Premesso che a Gaza si combatte, che Gaza non è un ghetto, è trincerata sotterraneamente come una fortezza, che Gaza è un carcere per decine di ostaggi ebrei, da Gaza è partita una offensiva contro Israele di una violenza efferata. Solo uno scellerato poteva ignorarne le conseguenze. Poi si può legittimamente essere contrari per i più diversi motivi all’attacco israeliano e contestarlo, infatti in Israele c’è chi lo contesta. Non è possibile invece coprirsi gli occhi davanti all’ignobile striscione che apriva la manifestazione di Roma. I cosiddetti palestinesi sono arabi o sono mussulmani, per cui accusare la piccola Israele di voler sterminare arabi o mussulmani è prima di tutto anacronistico. Non sono arabi o mussulmani i giordani o i sauditi? Non hanno gli arabi giordani e sauditi condiviso informazioni con Israele sotto l’attacco iraniano che le è stato rivolto? Meno male che abbiamo a che fare con studenti capaci di elaborare questioni complesse. Solo le maggioranze numeriche all’interno di una regione possono compiere dei genocidi, mai le minoranze che in genere si difendono. Un genocidio tentato è stato quello dei russi contro la popolazione Ucraina nel 1920 e quello dei tedeschi alleati degli italiani e dei palestinesi, contro gli ebrei in tutta Europa. Se l’Anpi continuerà ad ignorarlo per prendersela con Salvini e Lollobriggida, beata lei. Salvini e Lollobrigida non hanno questa rilevanza, soprattutto quando viene danneggiata la causa e le stesse radici della Liberazione antifascista e della Resistenza., esattamente come sta accadendo.
foto concesse da Claudio Chiocchiarello