I cambiamenti climatici ci sono stati prima ancora che l’uomo venisse sulla terra e sicuramente continueranno ad esserci anche nel caso in cui la razza umana dovesse estinguersi. È ovvio che tutto quello che si riesca a fare per contenere o almeno mitigare tali fenomeni è qualcosa di straordinario che potrebbe prolungare la nostra sopravvivenza sulla Terra e non c’è bisogno di Pecoraro Scano che ce lo dica.
Resta il dubbio che davanti a catastrofi naturali come quella avvenuta nelle Marche e che hanno interessato i comuni di Sinigallia e altri, non sia stato fatto nemmeno l’ordinario. Ovvero che siano mancati gli interventi di base per la difesa del suolo e non perché non ci sono i soldi che pure sono stati stanziati, e possono esserlo ma perché manchino i progetti per realizzarli o altrimenti che comuni e Regioni non siano interessati agli stessi, hanno altre questioni di cui preferiscano occuparsi o che persino si rimpallino le responsabilità.
Nella prossima legislatura servirà una controriforma del Titolo V della Costituzione, la Riforma voluta dal governo Amato nel 1999, è stata scritta con i piedi, per la quale lo Stato tutela l’ambiente e l’ecosistema, ma la tutela del territorio, l’infinito articolo117, tre intere paginette, appartiene alla legislazione concorrente. Ne consegue che il Governo in materia possa dare tutte le direttive che vuole, poi non è detto che queste possano venir applicate. Solo i cittadini, il popolo possono e devono pretendere che i loro amministratori, monitorino le strade, gli argini, le montagne, compiendo i necessari lavori di protezione e difesa del suolo. E questi andrebbero fatti in particolare dove i piani regolatori dei centri abitati sono stati violati e poi sanati, con il risultato che abitazioni magari sul posto da decenni, possano essere a rischio senza nemmeno che i loro abitanti lo sappiano.
Dire quindi come pure si è sentito dire che nessuno è colpevole di quanto avvenuto, che la colpa è del clima, per carità, può benissimo essere anche vero. Bisogna solo capire se tutto quello che era doveroso fare in nome della prevenzione della comunità è stato fatto, cosa difficile da credere solo per la giungla normativa che ci si trova ad affrontare. Il nostro è un Paese che negli anni si è dimenticato persino di assicurare la viabilità di condotte fondamentali al traffico come quelle che sovrastavano Genova, per cui non osiamo pensare ad altre considerate di minore importanza. Poi, meno male che ogni tanto qualcuno se ne esce proponendo di fare il ponte sullo Stretto, magari proprio quanto il resto del Paese sta per crollarti addosso.
Foto Hermann