Un aristocratico a dir poco conservatore, quale fu Platone, nel suo trattato sulle forme dello Stato, la Politeia, scriveva, quasi quattro secoli prima dell’età cristiana, che di tutti i regimi la democrazia era il più corrotto. Non che l’oligarchia, lo soddisfacesse, Platone fu forse uno dei primi utopisti, ma certo conosceva bene il governo ateniese per avversarlo comunque si presentasse. Il giudizio di Platone si può discutere, nel secolo scorso c’è persino chi dimenticandosi la dialettica del suo sistema lo accusava di porre le basi del pensiero totalitario, certo non si può dire che Platone fosse viziato da un privilegio di classe. Lo dimostra come il tema venga ripreso da un pensatore nullatenente, privo di qualsiasi lignaggio, all’inizio dell’era Moderna, Jean Jacques Rousseau. L’inventore della “sovranità plurale” contro il principio monocratico, afferma subito che la democrazia è fatta per gli dei, non per gli uomini. Rousseau è in effetti un pensatore repubblicano. Egli pone la forma del governo sottoposta solo alla legge, per sottrarla all’arbitro degli uomini, esseri viventi altamente perfettibili e dunque imperfetti.
La questione divenne ricorrente, soprattutto in Francia. Alla fine del regine orleanista, quando per la prima volta si propone “un partito degli onesti” nel tentativo estremo di tenere in sella il governo costituzionale, Tocqueville non si fa illusioni di sorta. Il partito degli onesti? E che partito sarebbe? Un partito ha bisogno di un programma, non di un presupposto morale. Tocqueville si intendeva bene di tali questioni, la chiesa, da lui sempre difesa, poggiava su una vita etica e pure manteneva una condotta a dir poco spregiudicata. La Francia aveva poi avuto una figura altamente morale, un Incorruttibile e pure si precipitò a tagliargli la testa alla prima occasione utile.
Anche in Italia la questione morale non ebbe grande fortuna, lasciando da parte l’ottocentesco trasformismo, Berlinguer la sollevò a ragione e con una giustificata enfasi. Il segretario comunista venne subito accusato di essere meno moderno del socialista Craxi. Un erede di Berlinguer, Achille Occhetto vantava le mani pulite ed è stato smentito da un’ondata giudiziaria che coinvolse anche il suo partito. Mai qualcuno avesse pensato che bastava liberarsi dei vecchi partiti, bene è stato smentito dai fatti.
Tutto questo e ci si perdoni tanta sbrigatività sommaria, non impedisce di tornare a sollevare la questione morale, a farsene paladini e persino di pretenderne l’esclusiva per sé ed i propri sostenitori. Può darsi anche che la fortuna giri e veramente appaia in tutto il suo splendore la benedetta vergine immacolata. Resta difficile credere che questo sia avvenuto oggi in Puglia, dal momento che l’assessore regionale sotto inchiesta era indagato prima che si formasse la nuova giunta e lo aveva dichiarato pubblicamente lo stesso interessato. Se uno voleva tenere alta l’asticella della moralità, non aspettava altri due anni per lasciare la giunta, evitava di farne parte dal primo momento. Chi è senza peccato scagli la prima pietra, dicono i vangeli e da allora i moralisti vengono guardati con sospetto. Sembrano gli sbirri di Shakespeare in Misura per Misura. Quelli che malmenano una donna di strada per fare con lei in privato quello che le rimproverano pubblicamente. .