Oltre al ricordo dell’attentato alle Torri gemelle, sempre un ottimo motivo per accanirsi contro la guerra sbagliata di Bush, le menzogne su Saddam, le falsificazioni della Cia dei rapporti con al Quada, stranamente quando gli americani sono arrivati in Iraq, tutto il vertice dell’organizzazione terroristica si trovava li, persino Abu Nidal, ma pazienza, quest’anno c’è da ricordare l’anniversario della presa della Moneda. L’11 settembre 1973 cileno compie cinquant’anni e merita la ribalta, anche considerato il lungo periodo subito di marginalità. Oggi abbiamo tutta una schiera di coloro pronti a spiegare come l’America fece cadere la grande democrazia cilena guidata da Salvador Allende, aprendo un profondo pozzo nero nel cuore del continente latinoamericano.
Provati dal discutere con i filosovietici fino a ieri, solo una settimana fa il Guardian mostrava tutte le dinamiche dell’opinione pubblica italiana pro Putin. Bene, nessun altro paese europeo conta tanto fervore per il Cremlino come quello dove il Pci raccolse il trenta per cento dei consensi per ben 40 anni. Ci mancava solo il fronte castrista sandinista alla caraibica riscossa. Francamente troppo per le nostre esigue forze. Una sola osservazione di genere su tutto l’armamentario antiamericano che non contento di aver liquidato Nixon, ora punta a demolire Kissinger. Per carità è vero, Allende vinse le elezioni presidenziali, però tutti i suoi ammiratori postumi non vedono il dato elettorale specifico, e cioè che Allende era stato il migliore di tre candidati diversi, la destra ed il fronte popolare cileno avevano la maggioranza dei consensi, che se sommati su un unico candidato, nessun loro elettore avrebbe dato comunque il voto ad Allende. Il sistema elettorale cileno consentiva legittimamente ad una minoranza di prendere il potere, bisognava solo ricordarsi che quella restava tale. L’America ha boicottato le scelte economiche del nuovo governo, può essere. Quello nazionalizzò compagnie americane in Cile, e nazionalizzò ancora di più compagnie cilene che anche non la presero benissimo. La struttura piramidale dell’economia cilena non vide con favore le scelte del nuovo governo e questa casta di proprietari agiati dal tempo della dominazione spagnola aveva legami consolidati con l’esercito, anche quello istituzionalmente affidato. Pinochet aveva giurato fedeltà ad Allende esattamente come il generale Mola aveva giurato di difendere la repubblica spagnola. I due eserciti erano parenti stretti, infatti militari infiltrati ci furono anche in Spagna nel 1930, ma le decisioni furono tutte della giunta in assoluta autonomia. Lo stesso si può pensare anche per l’esercito cileno, dove le ambizioni dei generali erano ancora più spropositate. Quali che poi fossero le ragioni di malcontento e gli errori commessi di Allende, l’America diede il colpo decisivo. Ecco l’accusa conclusiva. Possibilissimo, perché Allende era propenso a installare i missili russi che non erano stati messi a Cuba dieci anni prima. Questo il problema che non si considera adeguatamente dai sandinisti di casa nostra, ovvero la disponibilità del governo socialista cileno a minacciare atomicamente l’America. Kennedy avrebbe schierato la flotta, Nixon intravide una opportunità.
Chi non considera nemmeno in ipotesi questo aspetto, può dare tutte le lezioni di geopolitica che vuole. Non comprende il dato fondamentale della guerra fredda, finita la quale il Cile è tornato un paese socialista, esattamente come scelse il suo elettorato.E non che sono mancate castronerie clamorose del nuovo governo democratico, ma nessuno l’ha capovolto. Poi sarebbe bello da poter dire che come i sovietici invadevano la Cecoslovacchia, l’America rovesciava il governo cileno. Costa Gavras, il grande regista greco, fece subito la connessione cinematografica fra la Confessione e Missing. Resta solo il fatto che il Cecoslovacchia la maggioranza della popolazione era con il governo deposto, in Cile no, la maggioranza era all’opposizione e si vedeva nel voto del Parlamento. Considerare questo aspetto politico istituzionale offrirebbe spiegazioni più convincenti di quelle che oggi lamentano il golpe eterodiretto da Washington senza spiegare esattamente come fosse stato realizzato, visto che Washington non mandò i carri armati a Santiago come Mosca fece a Praga.
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