Premesso che i magistrati fanno il loro dovere applicando quanto previsto dalle leggi vigenti (che non fanno loro ma il Parlamento), temo che la richiesta di 6 anni a Salvini per il caso Open Arms, si tramuti in un favore per lui. Intanto perché passeranno anni prima di giungere alla conclusione dei tre gradi di giudizio e poi perché, in ogni caso, per lui sarà sempre un esito positivo: in caso di condanna sarebbe un martire, in caso di assoluzione un santo.
Se c’è qualcosa di politico in questa azione giudiziaria é nel M5S e nel voto del Senato che ha votato l’autorizzazione a procedere nel 2020 dopo che l’apposita commissione l’aveva respinta nel 2019. Per questo ciò che stona maggiormente è il pervicace proseguire in uno scontro tra poteri democratici al quale la destra sembra proprio non saper rinunciare, almeno fin dal Berlusconi politico che smentì il Berlusconi giustizialista con le sue reti ai tempi di “tangentopoli” (ricorderete Brosio fuori dal Palazzo di Giustizia di Milano incitato da Fede o i tanti “giornalai” che inneggiavano a Borrelli e Di Pietro).
Una destra i cui esponenti non sanno affrancarsi dai loro notori cliché, anche a rischio di esporsi poi a figure meschine. E in questo le parole in libertà di tanti esponenti della maggioranza (per tutti Alessandro Cattaneo: “Ha difeso i confini”) somigliano molto a “era la nipote di Moubarak” per il caso Ruby. Per non parlare di quelle dette dal ministro dell’interno, che da ex Prefetto ha sempre preteso, giustamente, il rispetto istituzionale.
Quando Giulio Andreotti venne processato a Palermo, non disse mai nulla contro le azioni dei magistrati. Questa era la cifra di quella classe politica che, conoscendo bene ciò che recita la grammatica istituzionale, non poteva mai scivolare sul suo ABC. Ma qui, purtroppo, non siamo nemmeno alle aste; quelle dritte per giunta. E le parole inappropriate e inopportune della presidente del Consiglio la dicono lunga, più dei deliri del suo vice, a conferma che non s’impara ad essere statisti a Pontida o a Colle Oppio. Per concludere, citare l’art. 52 della Costituzione senza conoscerlo risponde solo al desiderio di creare un clima da adunata. Anche perché “i sacri confini della patria” non si difendono infierendo su 147 disperati dei quali 32 minori. Semmai i confini dell’Italia si difendono insieme a quelli dell’Europa difendendo i confini dell’Ucraina.
Ministero delle Infrstrutture e dei Trasporti