Il presidente del Consiglio da Bali ha ritenuto di poter dire che l’Italia è stata protagonista del G20. Ce lo auguriamo sinceramente, perché noi che siamo rimasti in Italia e seguito le parole dei membri dell’esecutivo di queste ore, abbiamo un’impressione meno confortante. L’intervento in Aula del ministro degli Interni Piantedosi sulla immigrazione lascia sconcertati. Il ministro ha elencato con minuzia certosina tutti i problemi delle strutture di accoglienza poste sotto pressione, le capacità di assorbimento professionale del nostro paese, le cifre dei rifugiati, la denuncia dell’ambiguo ruolo delle Ong e quant’altro. L’egregio lavoro di un burocrate. Mancava infatti la visione prospettica, ovvero cosa intende fare il governo davanti all’arrivo di altri migranti, perché possiamo star sicuri che con decine di milioni di disgraziati pronti a fuggire dall’Africa, nemmeno se affondi le navi Ong riuscirai ad impedire i flussi sulle nostre coste. Fai anche annegarne novecento mila su un milione, centomila arriveranno a costo di usare delle zattere. Vogliamo affrontare questa ondata con Cipro e Malta? In Spagna dove qualcosa di migranti ne sanno, ridono, o se preferite piangono.
Davanti a un fenomeno di proporzioni impressionanti, non c’è solo l’Africa ad avere migranti, il governo italiano è riuscito ad aprire un contenzioso con la Francia per non far sbarcare 250 disgraziati. Temiamo che il governo non si renda nemmeno conto di quale sia la sfida che si trova di fronte, altrimenti non starebbe lì a dire di averne accolto duemila quando la Francia solo 180. C’è già l’onorevole Le Pen ad accusare la Francia di ipocrisia, evitiamo di aprire una discussione su come definire un porto sicuro, o peggio, ancora, di distinguere i naufraghi dai migranti. Mettiamo che si tratti di turisti. Solo un sforzo comune dell’Unione europea sarà in grado, forse, di affrontarlo e quali che siano le controversie, che senso ha creare i presupposti per una crisi con la Francia?
Poi fa piacere che il ministro della Difesa, una delle personalità di maggior buonsenso nel governo, abbia detto che i problemi con la Francia sono prossimi a risolversi. Il punto è che non andavano nemmeno aperti. Il governo si preoccupi di salvare le vite che gli si rivolgono e poi stabilisca una politica degna di un qualche senso, ovvero che per lo meno non incrini l’asse di una collaborazione indispensabile con i nostri vicini, un po’ meglio attrezzati di noi, fra l’altro. Come ha ricordato il capo dello Stato, nessuno ce la farà mai da solo. Ci sarebbe da chiedersi, dalla relazione del ministro Piantedosi, se il governo ha compreso l’intervento di Mattarella o meno.
Tralasciamo invece volentieri l’exploit di un sottosegretario alla Sanità sulle vaccinazioni a dir poco imbarazzante. Un altro esponente del governo che si esibisce su un argomento sensibile capace di sollevare un putiferio, persino all’interno delle nostre strutture sanitarie, per non dire dell’opinione pubblica. Abbiamo fatto vaccinare 35 milioni di italiani per niente? Si rende conto il presidente del Consiglio?
L’unica cosa positiva che possiamo riconoscere al presidente del Consiglio è di aver tirato dritto sui missili caduti in Polonia. La responsabilità è comunque della Russia, ha detto ed a ragione. Se però pensa che mantenendo salda la barra atlantica l’onorevole Meloni possa permettersi la danza indonesiana del suo governo, glielo si dica subito, sbaglia. Tra un saltello e l’altro inciampa. Ci è andata, mica è nata a Bali.
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