Vale la pena di annotare che mentre La Voce Repubblicana è volentieri severa con il governo, su iI Corriere della Sera Palo Mieli non risparmia le opposizioni. La differenza è solo di prospettiva, nel senso che qui come giornale appunto, ci si preoccupa dell’oggi, prima ancora che del domani. Poi c’è sempre un momento in cui oggi e domani possono coincidere e questo è colto perfettamente da Mieli quando annota proprio nel suo editoriale del 5 agosto che il solo colpo messo a segno dall’opposizione è quello di Fratoianni che è riuscito a strappare un parere favorevole al governo in aula sulla sua proposta di patrimoniale. Anche solo il fatto che il presidente del Consiglio sia dovuto intervenire e dire che in verità la valutazione del governo era stata affrettata, è un trionfo per l’esponente di Sinistra Italiana e una debacle per la maggioranza. La destra nemmeno sa valutare i testi che le si sottopongono e in modo tanto clamoroso da doversi far sconfessare dal suo stesso presidente del Consiglio.
Per inciso ci si è persino giustificati asserendo che il taglio dei parlamentari avvenuto nella scorsa legislatura non consente una lettura attenta dei dispositivi di legge presentati. Al danno hanno aggiunto il ridicolo.
Davvero interessante quando Mieli scrive che forse l’inciampo del governo è dovuto invece ad un riflesso incondizionato, ovvero che domani si possa convincere della necessità di ricorrere lui stesso ad una qualche forma di detestata patrimoniale. Poi subito aggiunge che non avrà mai la prova di tale asserzione, quando conoscendolo, viene da credere, al contrario che se l’aspetti presto servita su un piatto di argento. Allora aver criticato il governo, piuttosto che l’opposizione, sarà esattamente lo stesso.