Se c’è un paese che dispone di un formidabile ed indiscutibile realismo bellico questo è la Cina. Deng Xiao Ping nel 1979 provò ad invadere il Vietnam unificato con le sue truppe e prese tante di quelle legnate che in meno di un mese, ritirò l’esercito, facendo finta di niente. Sulla base di una simile esperienza i cinesi, che potrebbero tranquillamente perdere 10 milioni di uomini in un conflitto, hanno facilità di giudicare quello in Ucraina e ragione di essere irritati con Mosca. Putin li aveva rassicurati di un’operazione locale, che in nulla avrebbe avuto a che fare con la guerra. Gli ucraini avrebbero accolto i russi come liberatori. Ora che sono 9 mesi di combattimenti feroci e Kherson è tornata all’Ucraina, l’incontro fra il presidente cinese Xi Jin Ping e quello statunitense Biden non poteva non partire dalle considerazioni generali. Mai una guerra nucleare.
La Russia ha subito la più grande umiliazione militare della sua storia che dai tempi di Austerlitz, a quelli dell’altrettanto fallita invasione della Finlandia, sino alla disfatta in Afghanistan, ne ha conosciute non poche. Dovrà ingoiare pure questa. Altro che terza guerra mondiale. Un ulteriore passo falso di Mosca e Pechino chiederà il rendiconto e molto prima di quanto possa farlo Washington.
La Cina e l’America, per quanto possano essere diverse, hanno pur sempre un orizzonte in comune, dove il sistema capitalistico, alimentato da innovazione, competitività ed espansività economica, funziona. La Russia degli oligarchi, soprattutto ora che ne sono morti un bel numero, è una realtà ben triste in confronto.
Sia chiaro che tra Biden e Xi ci sono questioni ancora irrisolte. Il nodo dell’unica Cina, l’indipendenza del Taiwan, resta sul tavolo ed è un tema molto complesso. L’America punta al modello teorizzato per Hong Kong, un paese due sistemi, magari con una qualche garanzia del diritto che ad Hong Kong è stata cancellata. Sul fronte europeo invece è possibile che l’Ucraina debba rinunciare a riprendersi la Crimea, e la Crimea tornata alla Russia, possa essere la proposta per pacificare l’area, nonostante i desideri di Zelenskj che vorrebbe una liberazione dell’intero territorio, senza eccezione alcuna.
Contenziosi questi che se sembrano prossimi a sopirsi oggi, magari si riapriranno domani. Per ora sono ben saldi solo i protagonisti di questa nuova era della storia. Biden, rafforzato dal voto del midterm oltre ogni lecita speranza, e Xi, che ha ottenuto più poteri di Mao. Putin è scomparso. Ridotto com’è a doversi guardare le spalle, l’intero Cremlino sembra un bunker nel quale rifugiarsi e questo perché l’Ucraina ha ottenuto un trionfo vero, mostrando al mondo di non volersi piegare alla prepotenza. Niente e nessuno può fare venir meno il diritto e l’indipendenza di uno Stato sovrano. E anche su questo americani e cinesi concordano volentieri ed è un bel passo avanti rispetto a chi è convinto del solo dominio della forza. In ogni caso la forza è tutta sino americana.
Poi dispiace per Leibniz, non crediamo di vivere nel migliore dei mondi possibili. Piuttosto abbiamo il compito di fare il possibile perché il mondo migliori. Cosa sempre difficile anche per grandi super potenze desiderose di intendersi e capirsi.