Pubblichiamo qui una copia dell’ultima cena di Da Vinci, perché non disponiamo di licenze per mostrare le Festin des Dieux di Jan Harmensz van Biljert, dipinto nel 1635 e conservato al Musée Magnin di Dijon. Si tratta dell’opera citata dalla discussa apertura dei giochi olimpici di Parigi. Il dipinto celebra le nozze di Teti e Peleo, festeggiate dagli dei dell’Olimpo. Non si sa quale occhio strabico e bacchettone sia riuscito a scorgere nella performance sul barcone della Senna la rappresentazione dell’Ultima cena, dal momento che c’era presente il triplo di gente ed un Dioniso in mezzo al tavolo, mentre la donna barbuta che tanto ha scioccato i nostri benpensanti, ma non se n’era vista una anche a San Remo? è semplicemente il fauno danzante in primo piano nella tela.
Le Olimpiadi sono un evento nato in una società, beata lei, precristiana, mentre Parigi è Parigi, il cuore stesso dell’Europa. Evidentemente c’è chi da noi è convinto di poter giudicare con sdegno tutto quello che vede senza capire nemmeno di cosa si tratti e per carità, questa è un prerogativa della libertà di espressione e di immaginazione, che consente l’errore. Qualcosa che proprio la Francia ci diede nel 1789 quando da noi si era sottoposti ai principi della santa madre chiesa, che mai sbagliava. Il problema è che in Italia, tutto sommato ancora a quel tempo siamo rimasti, come si capisce dall’aver appena eletto al parlamento europeo un soggetto come Vannacci e dalle reazioni stralunate alla spettacolare kermesse di Parigi che ha fatto apparire miserabili tutte quelle precedenti dell’età contemporanea.
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Buongiorno.
Mi rivolgo all’autore dell’articolo sull’apertura dei giochi olimpici.
Mi permetta di dissentire dalla Sua opinione, sull’interpretazione che Lei ha dato all’apertura di queste olimpiadi ed ai suoi simbolismi, perchè mi pare oggettivamente una forzatura, e comunque, a quanto leggo da varie testate giornalistiche, un’interpretazione del tutto singolare rispetto a quella prevalente che ha visto questa come una cerimonia fortemente dissacrante… (mi è particolarmente piaciuto un articolo su Open online).
Ma volendo anche ammettere che la maggioranza non ha sempre ragione, là dove Lei afferma che le Olimpiadi sono nate in società precristiana, omette di dire che al tempo esisteva la religione politeista dei Greci antichi, e non credo proprio che venissero svolte in spregio alle divinità del tempo; anzi, penso che venissero offerti sacrifici e cerimonie per propiziarsi il favore degli Dei.
Proseguo: la Francia del 1789 è stata per me quel momento storico di rivolta violenta e brutale che ha transitato il paese da un regime real-clericale, ad un regime imperiale in (relativamente) pochi anni, con guerre che hanno funestato l’Europa; similmente a quanto è accaduto durante il passaggio dalla Russia zarista alla Russia sovietica.
Su Vannacci: sforzandomi di distinguere quello che lui ha scritto nel suo libro e certe sue dichiarazioni pubbliche, e di tenere conto dell’ambiente di provenienza, quello militare, che ogni tanto nella storia ci ha presentato delle storie inquietanti, ritengo che sia troppo presto per trarre un giudizio equilibrato della persona/personaggio.
Sulle “reazioni stralunate”: in un momento storico in cui l’Europa e i suoi valori sono sotto attacco, in cui (ad esempio non esaustivo) abbiamo un Putin che ha causato una guerra gravissima infarcita di elementi ideologici, che trovano ampia audience in Europa, una kermesse di questo tipo mi è sembrata totalmente inopportuna, per le interpretazioni a cui si è prestata e la portata divisiva dell’evento.
Infine, sul “miserabili tutte quelle precedenti dell’età contemporanea”, questo è un giudizio del tutto soggettivo, perchè a me, ad esempio, sono parse decisamente migliori le cerimonie di inizio di Atene 2004.
Con viva cordialità.