Nelle ultime settimane il Ministero della Difesa britannico, in uno dei suoi periodici intelligence update sullo scenario ucraino, ha lanciato un warning: a causa delle continue perdite tra le fila dell’esercito russo impiegato nei territori occupati del Donbass e dell’Ucraina meridionale, pare che i vertici militari della Federazione russa si siano rivolti alla nota private military company, Wagner, per chiedergli di procedere ad un reclutamento “straordinario” di mercenari, anche nelle carceri russe, allo scopo di rimpinguare le dissanguate truppe di Mosca, in quel teatro di guerra.
Che la Wagner si muova in una zona dai contorni poco chiari lo si era capito da diversi anni, analizzando i torbidi legami con il deep state russo ed il suo operato in diversi stati africani, oltre che in Siria e, più recentemente, in Ucraina sud orientale.
Ma cosa è il Gruppo Wagner? E cosa sono le Private Military Company?
Anzitutto va detto che si definiscono Private Military Company (PMC) quelle società impegnate a fornire servizi militari e di sicurezza per committenti privati e pubblici: di fatto sono contractor specializzati nella protezione di assetti sensibili, quali logistica, infrastrutture, supply chain, e siti produttivi; forniscono inoltre servizi di addestramento militare e svolgono raccolta di intelligence. Alcuni accordi internazionali, tra i quali il Documento di Montreux, adottato nel 2008, hanno tentato di regolare tale settore che, per sua natura, è caratterizzato da zone grigie. La Russia, che non ha aderito al predetto documento, tutt’ora nega l’utilizzo di soggetti appartenenti a queste PMC o “ghost soldiers”, ammettendo solamente l’esistenza di cittadini che partecipano privatamente ad operazioni militari estere.
In realtà si stima che vi siano mercenari russi in almeno trenta Paesi in conflitto, nei quattro continenti, nonostante la Costituzione russa lo vieti e consideri illegali le iniziative mercenarie; il loro invio in territori stranieri fa parte della strategia di Mosca per rafforzare la sua influenza geopolitica e strategica evitando, in tal modo, di apparire in prima linea e di rispondere del loro operato. Il vuoto giuridico che così si è creato, nonostante i progetti di legge discussi dalla Duma (nel 2009, 2012, 2016 e 2018), ha portato alla totale assenza di un quadro legislativo chiaro sulle PMC russe. Tale vacuum giuridico è riconducibile anche alla competizione tra le diverse agenzie di sicurezza russe, il GRU, l’FSB, e quelle collegate al Ministero della Difesa.
Le prime compagnie militari private russe come la FDG Corp, si sono affacciate sul mercato della sicurezza globale nel 1996, conducendo diverse operazioni in Afghanistan ed Iraq. Ma solo con lo scoppio delle guerre civili in Libia e Siria è emerso lo strategico ruolo di attore non statale delle PMC. Le compagnie mercenarie si sono dimostrate strumenti utili sia per il perseguimento di obiettivi politici (il cambio di regime) che economici.
Del resto l’uso di questo tipo di formazioni, per il raggiungimento di obiettivi geopolitici da parte del Cremlino, affonda le sue radici in vicende storiche lontane, pre-sovietiche. Basti pensare al coinvolgimento di Carsten Rode, da parte di Ivan il Terribile, durante la guerra in Livonia (1558-1583) per la conduzione di operazioni militari al fine di stabilire contatti economici nella regione del Mar Baltico. Di fatto l’estensione geografica della Russia e la mancanza di infrastrutture adeguate, ha generato storicamente la necessità di una strategia militare che comprendesse il moderno concetto di “conflitto asimmetrico”, prevedendo l’uso di formazioni militari irregolari.
Il Gruppo Wagner, la principale ma non unica PMC russa, può essere considerato una sorta di successore dello Slavonic Corps, organizzazione paramilitare creata da due dirigenti della compagnia di sicurezza privata Moran Security (specializzata in operazioni anti-pirateria nel golfo di Aden e nell’Oceano Indiano), Vadim Gusev e Yevgeny Sidorov. Un’unità dello Slavonic Corps venne utilizzata nel 2013 per proteggere gli oleodotti in Siria, ma finì poi per scontrarsi con l’Isis, nella zona di Deir ez-Zor: una battaglia non pianificata che portò all’arresto, per attività mercenarie illegali, di entrambi i dirigenti della compagnia di sicurezza. Ma tra i combattenti, prima arrestati ed in seguito rilasciati dal servizio segreto interno russo (FSB), si distinse con il grado di colonnello un certo Dmitry Utkin, già comandante della Seconda Brigata dello Stato Maggiore del Gru, l’intelligence militare russa. Insignito di più medaglie, come Eroe della Russia, Utkin fonda, in quel delicato frangente, il Gruppo Wagner, la cui sede legale pare si trovi a Buenos Aires. Affascinato dal nazionalsocialismo sceglie il nome Wagner in onore del compositore preferito di Adolf Hitler e si tatua sul braccio una svastica tedesca, un elmo con le corna e un rodnover, un particolare simbolo del paganesimo slavo. Sin dall’inizio, attorno al Gruppo Wagner è calata una fitta cortina di mistero, relativa sia alla effettiva registrazione della società che al suo organigramma. Di conseguenza i militari che ne fanno parte non vengono registrati, non sono accusabili di crimini di guerra ed i loro corpi non possono essere richiesti dalla famiglie. Non esistendo dunque giuridicamente agli atti, la Wagner nel 2016 ha legalizzato un suo ramo societario, facendolo confluire in una neo società di sicurezza, la Evro-Polis, di proprietà dell’uomo d’affari Yevgeny Prigozhin, oligarca molto vicino a Vladimir Putin. La società summenzionata viene registrata nell’estate del 2016 a Krasnogorsk e, a dicembre dello stesso anno, sottoscrive con la Syrian General Oil Corporation un accordo secondo il quale la società russa a responsabilità limitata si impegna a condurre operazioni militari per liberare i giacimenti di petrolio e gas dall’Isis, ricevendo come compenso, il 25% della produzione in eccesso.
Emergeranno però, solo nel 2017, i riferimenti e la natura di quel negoziato, che avrebbe portato ad un incremento di capitale per tre milioni di rubli a favore della Evro-Polis Llc che, nel frattempo, aveva ufficialmente insediato una sua filiale a Damasco, nella Repubblica araba siriana.
Dunque una realtà ben organizzata di matrice paramilitare che ha subito una trasformazione sia in termini qualitativi che quantitativi: il numero complessivo dei soldati è aumentato notevolmente, comportando così dei cambiamenti strutturali in seguito ai quali il Gruppo ha iniziato a perseguire obiettivi economici di più ampia portata oltre che specifici obiettivi geopolitici, inquadrati nella complessa strategia di penetrazione russa.
Il quartier generale del Gruppo Wagner si trova a Krasnodar, villaggio vicino a Molkino (nella regione della Russia meridionale), dove è presente la base della Decima Brigata Speciale Separata del GRU, l’unità militare 51532. Il centro di addestramento offre una preparazione militare con i seguenti tipi di armi: BM-27 Uragan (sistema di lanciarazzi multipli semoventi), 2S19 Msta-S (sistema semovente d’artiglieria), 2S1 cannoni semoventi Gvozdika. I combattenti sviluppano durante l’addestramento diverse abilità nell’uso avanzato di vari mezzi per l’electronic warfare ed imparano a condurre azioni offensive che prevedono il coordinamento tra il dominio terrestre e quello aereo. Le modalità di addestramento combinano tecniche del GRU e delle SOF russe (Special Operations Forces); infatti alcuni esponenti vicini al Gruppo Wagner (ad esempio Boris Chikin e Andrey Troshev) sono esperti in conflitti non convenzionali, come la c.d. guerra di montagna o le operazioni marittime speciali.
L’opacità ed i livelli di segretezza del gruppo fanno sì che molti dettagli sulla struttura rimangano ancora sconosciuti, ma indubbiamente nel corso del tempo si è andato a creare un sistema militare C-2 (comando e controllo) ben articolato e simile a quello dei reparti militari d’élite.
Complesso risulta essere anche il sistema di reclutamento, collegato direttamente ed indirettamente ad alcuni personaggi statali e privati russi.
Numerosi infatti sono i rapporti di intelligence che riferiscono come i commissariati militari dell’esercito russo risultino dei punti di reclutamento occulti per il Gruppo Wagner; i reclutatori vanno alla ricerca e danno priorità ai militari che hanno servito nello Spetsnaz (corpi speciali russi), nelle Forze Aviotrasportate (VDV) e nelle Unità speciali di reazione rapida (SOBR). Quindi il gruppo si compone di veterani con grande esperienza di combattimento cui viene pagato uno stipendio mensile che si aggira tra i duemila e quattromila euro. Tra le ulteriori fonti di reclutamento si registrano l’Unione dei Volontari del Donbass (creata nel 2015) e direttamente riconducibile a Vladislav Surkov, ex assistente del Presidente della Federazione Russa. Tale organizzazione è legata inoltre al Corpo ENOT (un’altra PMC russa) coinvolta nell’addestramento militare della famigerata “Gioventù balcanica”, la quale a sua volta risulta essere un altro canale di reclutamento delle PMC russe, inclusa la Wagner. Altra organizzazione non governativa da tenere d’occhio è la DOSAAF, acronimo di “Società volontaria per la cooperazione con l’esercito, l’aviazione e la flotta” che, a dire del suo direttore Nikolay Staskov, in stretto contatto con lo Stato maggiore russo, è la sede ideale per creare e preparare unità militari private, per operazioni con specifiche armi e munizioni. Inoltre nel 2017, l’allora vice direttore DOSAAF, il colonnello generale Alexander Kolmakov, ha dichiarato che all’interno della base militare della sua organizzazione era stata creata una società di ingegneria composta da membri in pensione delle Forze armate, di fatto una PMC.
Queste PMC svolgono dunque un ruolo molto utile per il Cremlino poiché, pur essendo occultamente controllate e finanziate dagli apparati statali russi, permettono alla Federazione russa di proiettare la sua influenza all’estero, potendo però negare ogni suo coinvolgimento diretto nelle operazioni svolte da questi gruppi, formalmente privati.
Nel prossimo articolo, fra qualche giorno su La Voce Repubblicana, vedremo chi finanzia realmente il Gruppo Wagner, imperniato su una triade di potere composta da oligarchi, militari e governo, ed analizzeremo i principali scenari in cui questa PMC è stata ingaggiata dalla Federazione russa, come strumento per schermare le sue attività estere.
Foto Clément Di Roma/VOA | CC0
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