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Il nazionalsocialismo nel secondo milennio

Riccardo Bruno di Riccardo Bruno
19 Marzo 2023
in l'Intervento
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Visto che non tutti hanno molto più chiara l’idea di cosa fosse il fascismo, tanto da scambiare una gazzarra fra studenti con lo squadrismo organizzato e diretto dal governo, la corte dell’Aia consente per lo meno di capire cosa sia il nazionalsocialismo. Per la verità il complesso dei governi occidentali lo aveva compreso abbastanza immediatamente e principalmente la Polonia, ovvero un paese che pur avendo un regime fascista venne aggredito da Hitler. Il nazionalsocialismo è la rivendicazione dei confini nazionali a danno dei propri vicini insieme all’epurazione della popolazione non consanguinea. Il Lebensraum, lo spazio vitale incarna il concetto di nazionalsocialismo. Poi Hitler, a differenza di Putin, aveva autenticamente una popolazione consanguinea sparsa per l’Europa, c’erano tedeschi anche a Danzica, tanto che Hitler distrusse Varsavia, non Danzica. Così come quando le truppe tedesche entrarono a Vienna o a Maribor, persino a Zagabria, non spararono nemmeno un colpo, vennero accolte dalla folla entusiasta. Davanti alle condizioni del Donbass è difficile credere che vi abitino davvero dei russi, perché tutte le città sono ridotte in macerie dall’artiglieria di Putin. Vi è anche un’altra differenza, da considerare a proposito. Hitler ed il suo esercito mostrarono capacità militari di una qualche efficienza. La campagna di Francia durò poco più di un mese e l’esercito francese era un esercito che aveva vinto due guerre mondiali. Quando Hitler attaccò la stessa Russia in un solo anno occupò Smolensk, Kiev, MInsk, spazzando via l’Armata rossa. Putin ha attaccato l’Ucraina il 24 febbraio dell’anno scorso, un paese che non ha mai avuto un esercito prima del 1994, e ancora non è arrivato nel centro di Bachmut. Sembrano entusiasti di essersi impossessati della zona est di una cittadina la cui esistenza fino a ieri era ignota all’universo mondo.

Il vero problema dell’occidente democratico è quello di poter distinguere Putin e la sua cricca dal popolo russo che non si meritava di finire di nuovo schiacciato sotto un simile tacco, soprattutto non si merita di venir sterminato come già sta accadendo. Stalin se era come Putin indifferente alla vita umana, era dotato di maggior realismo politico e maggior realismo politico mostrò tutta la dirigenza sovietica nel suo complesso, Putin è solo un ex colonnello del Kgb, vale a dire uno sbirro. I sovietici compresero che senza riuscire ad avere basi nucleari a ridosso degli Stati Uniti d’America, Cuba, ma al limite anche il Cile di Allende, non sarebbero mai stati in grado di vincere una guerra atomica, nemmeno controllando tutti gli Stati dell’est che occupavano. Troppi bersagli e troppa distanza. Non c’é ragione di continuare la corsa agli armamenti, se poi non disponi del numero di strutture sufficienti per dislocarli. Una volta persa anche la guerra convenzionale in Afghanistan, ovvero il trampolino di lancio per far credere di poter estendere almeno ad oriente il proprio territorio, dopo esser stati fermati in Birmania e Tailandia, i sovietici compresero che il loro impero era destinato al tramonto. La Russia aveva perso. Putin convinto di risollevarne le sorti le sta dando il colpo di grazia.

La strategia politico militare statunitense, dopo l’intervento cruciale nel secondo conflitto, ha sempre cercato di evitare l’intervento diretto contro i regimi che minacciavano l’equilibrio geopolitico stabilito. Il modello varia tra il Congo di Lumumba e la Libia di Gheddafi. Meglio ancora se l’America può sostenere un movimento indipendentista all’interno, esattamente come l’accusano gli ayatollah in Iran e adesso il governo di Tbilisi. Le guerre del Golfo sono l’eccezione che conferma la regola. Corea e Vietnam, casi assestanti che riguardano il Pacifico e l’oceano indiano. La finalità del sostegno americano all’Ucraina non sono quindi la vittoria sul campo., ma la crisi del governo Putin. Se i russi si liberassero autonomamente di Putin, l’America non avrebbe ragioni di sostenere militarmente l’Ucraina, perché cercherebbe la soluzione diplomatica con il nuovo governo di Mosca. Se invece Putin rimane in sella è possibile che gli ucraini davvero si riprendano la Crimea e questo sarebbe di imbarazzo per gli ambienti occidentali, dove tanti non vogliono l’umiliazione completa della Russia e diffidano degli ucraini.

La sentenza dell’Aia ha un significato rivolto all’élite russa. Liberatevi di Putin ora, finché siete in tempo e riprendete il corso normale delle relazioni internazionali che consentiva alla Russia di svolgere ancora un ruolo di tutto rispetto.

Tags: HitlerPutin
Riccardo Bruno

Riccardo Bruno

Riccardo Bruno si è laureato in Storia della Filosofia presso l'Università di Roma La Sapienza nel 1988. Dal 1987 al 1989 collabora all'Ufficio esteri del PRI diretto dall'onorevole Vittorio Olcese. Dal 1994 è capo ufficio stampa del PRI, dal 1995 giornalista professionista iscritto alla stampa parlamentare. Nel 1999 è capo redattore de La Voce Repubblicana. È stato poi editorialista per il Foglio di Giuliano Ferrara e l'Indipendente di Vittorio Feltri. Dal 2019 è prima vice direttore de La Voce Repubblicana e poi direttore politico

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