l cosiddetto “Terzo polo” resterà alternativo a destra e sinistra? Quale sarà la bussola da seguire in questa legislatura e come ha vissuto, una forza nata in 50 giorni, quel risultato che ha raccolto le voci dei “liberal” italiani? Ne abbiamo parlato con l’onorevole Ettore Rosato, presidente e coordinatore nazionale di Italia viva.
Onorevole Rosato a poco meno di un mese dalle elezioni politiche che giudizio trae dai risultati elettorali?
Da questa tornata elettorale dobbiamo trarre alcune considerazioni: c’è un vincitore, Giorgia Meloni e la sua coalizione, che ha ottenuto la maggioranza dei seggi in parlamento; ci sono dei partiti sconfitti, che sono coloro che hanno perduto il consenso elettorale maturato nelle scorse elezioni, come la Lega, Forza Italia e il Movimento 5 stelle, i quali hanno visto dimezzati drasticamente i loro voti; c’è soprattutto un grande sconfitto, politicamente, che è il Partito Democratico che ha dimostrato di non saper esercitare un ruolo alcuno, mostrando una totale incapacità nella formazione delle alleanze che è stata l’arma segreta del centrodestra per vincere queste elezioni. Poi abbiamo il terzo polo che in cinquanta giorni ha raggiunto l’8%, conquistando un grande risultato per le forze centriste e riformiste del paese.
Il terzo polo in questi giorni ha declinato l’offerta di un “campo largo delle opposizioni” proposta dal segretario uscente Enrico Letta, che ruolo avranno le componenti liberaldemocratiche e centriste in questa legislatura?
Ancora campo largo, ancora campo largo… Letta non è stato capace di realizzare una alleanza prima delle elezioni ed ora cerca di realizzare un patto all’opposizione cercando di unire identità e programmi totalmente diversi, se non opposti. Noi faremo la nostra parte facendo il tifo innanzitutto per l’Italia, perché non ci auguriamo che il centrodestra di Giorgia Meloni faccia male, ma anzi speriamo che faccia il meglio per il nostro paese nell’interesse della nazione. Potremo anche dare una mano al governo su temi e proposte ragionevoli, se vicini alle esigenze del paese che essi vorranno portare avanti. Mentre combatteremo ogni provvedimento che considereremo dannoso per il paese. Questa sarà la bussola che seguiremo in questa legislatura.
In una precedente intervista ha dichiarato che secondo lei il “Rosatellum”, andrebbe sostituito. Quale caratteristiche dovrà avere la nuova legge elettorale?
Io ho detto soprattutto che bisogna fare delle riforme costituzionali profonde, tra cui quella elettorale.
E quindi?
Bisogna riformare la costituzione per abolire una delle due camere e superare il bicameralismo paritario, per garantire l’elezione diretta del presidente del consiglio da parte dei cittadini e questo comporta una nuova legge elettorale: la legge dei sindaci. Una legge elettorale che garantisca l’elezione diretta del premier, il ritorno delle preferenze e che quindi agevoli la dialettica tra eletti ed elettori, garantendo maggiore stabilità al nostro paese. Del resto, dobbiamo considerare che la legge elettorale attualmente vigente è stata capace di fotografare la volontà della maggioranza degli elettori, garantendo la rappresentanza delle minoranze e la stabilità di un futuro governo ai vincitori delle elezioni.
Vede possibile la formazione di un grande partito unico centrista? E chi ne farebbe parte?
È quello che stiamo cercando di fare e su cui stiamo investendo le nostre energie. Un partito che non unisca solo Italia viva ed Azione, ma che sappia riunire tutte quelle espressioni politiche che hanno radici profonde nella cultura politica del nostro paese con cui c’è sintonia sulla necessità di una politica riformista, con toni moderati parlando alla testa prima che alla pancia del paese. Una forza politica capace di raccogliere popolari, liberali, riformisti, moderati e repubblicani.
Oggi quale è secondo lei il tema più urgente a cui dovrebbe rispondere il prossimo governo? E su quali battaglie il parlamento deve cercare una soluzione comune?
Il caro energia senza dubbio. Un tema su cui c’è una ripercussione immediata nella capacità delle nostre imprese di continuare a lavorare e delle nostre famiglie rispetto la sostenibilità economica. Penso che la politica debba cercare delle soluzioni condivise su tutti i temi in gioco, dopo di che molto dipenderà all’approccio che questa maggioranza darà alla sua azione di governo.
Quali sono i suoi riferimenti culturali?
Io vengo dalla tradizione democristiana e sono cresciuto nel tessuto culturale della sinistra DC di Martinazzoli, dopo di questo le radici servono ad aprire un futuro non ad alimentare nostalgie. Poi se devo pensare ad alcune figure direi per la mia identità culturale Aldo Moro, per il mio percorso politico invece devo dire, Tina Anselmi.
foto dal profilo Facebook di Ettore Rosato
Qualcuno, magari del PRI e con acquisto di spazi di pubblica informazione, se necessario, dovrebbe rilanciare la proposta di riforma territoriale studiata e sostenuta da Widmer Valbonesi.
Il presidenzialismo e le altre riforme in cui vogliono infilarsi la maggioranza e Italia Viva sono pannicelli caldi se non veri e propri danni al Paese, rispetto ai rimedi di cui necessitiamo.
Oppure è impossibile far notare pubblicamente, che anche ai nuovi governanti al pari dei vecchi del PD e galassie circostanti interessa solo barcamenarsi pur di far aumentare il fieno solo nella greppia della propria “ditta” in ogni ente pubblico del Paese?