Il partito repubblicano ha partecipato alla manifestazione del 25 Aprile indetta dalla Fiap con Azione e +Europa, svoltasi a largo Argentina a Roma. Un 25 aprile dedicato come doveva essere alla lotta dell’Ucraina e del suo popolo contro l’invasore russo. Abbiamo bisogno di armi, ha detto l’organizzazione dei rifugiati ucraini in Italia, intervenuta alla manifestazione. Coloro che conoscono l’esperienza dell’antifascismo sanno come le bande partigiani combatterono contro i tedeschi e i miliziani della Repubblica sociale, per cui capiscono bene cosa significa subire un’aggressione. Se poi è accaduto negli anni che il significato della resistenza sia stato dimenticato, la proposta fatta da Carlo Calenda dal palco. di tenere le scuole aperte in questa data, perché si spieghi ai giovani cosa è stato il 25 aprile, va appoggiata fin da ora. Bisogna evitare domani di ritrovarsi in cattedra altri professori Orsini e personaggi similari che affollano i media italiani mentre la gente muore.
“Ora e sempre Resistenza” è stato il motto sfoderato per decenni provenire dalle manifestazioni del 25 aprile. Oggi che servirebbe davvero rilanciarlo contro i carri armati russi, l’Associazione nazionale partigiani ha sostenuto le ragioni della resa. Eppure, Putin sta ripercorrendo un percorso che dovrebbe inquietare, come in effetti inquieta, i polacchi, i moldavi, i lituani, gli slovacchi, i ceki. Un percorso di aggressione scellerata, che iniziato in Cecenia nel 1999, senza trovare contrasto alcuno, è continuato in Ossezia, in Georgia, in Crimea. Meno male che quella che si espande è la Nato, quando la Russia ha fatto della Bielorussia uno Stato fantoccio usando i reparti speciali per far sparare sulla folla. Tanto che persino l’invasione dell’Ucraina dove si cannoneggiano intere città e le si rade al suolo è considerata solo un’operazione speciale. Putin vaneggia di un domani in cui l’Ucraina non esisterà più. Ha già coniato il nome di Nuova Russia. I deliri di un folle maniacale che conoscevamo bene in qualche suo predecessore. La verità è che se davvero contasse la legge del più forte, Mosca dovrebbe preoccuparsi. La più forte è l’Ucraina, non la Russia, e presto sarà chiaro a tutti. Chiedete ai generali russi, che non potranno rispondervi perché sono finiti sotto terra.
Da due mesi i russi ammazzano civili, donne, vecchi e bambini. Gli ucraini colpiscono chirurgicamente gli alti comandi nemici impiegati sul campo. Vatti a stupire che la grande offensiva scatenata nel Donbass non abbia ancora fatto un qualche passo significativo in avanti. La storia se non si ripete, si rincorre. Anche Hitler e il suo cameriere Mussolini pensavano di avere il mondo in tasca, che si trattava solo di serbarne il destino. E Putin solo perché si affaccia da vent’anni dalle torri del Cremlino crede di avere i paesi confinanti a sua disposizione. Devono sembrargli tutti degli insignificanti nanerottoli davanti alla Grande Santa Madre Russia. Poi arriva un 25 aprile. A quel punto capisci come vanno davvero le cose.