«Io penso che la scienza e la religione siano cose completamente diverse», lo aveva detto più o meno un anno fa il Nobel per la Fisica Giorgio Parisi. «La fisica, e più in generale la scienza, cercano una spiegazione del mondo restando dentro il mondo, mentre le religioni – almeno quelle che conosco io, diciamo le religioni monoteistiche – cercano risposte fuori dal mondo, in qualcosa che trascende il mondo.
Ho incontrato spesso fisici profondamente religiosi, ma questo aspetto non è quasi mai entrato nel nostro lavoro, nelle nostre discussioni. In fondo, essendo la religione un ambito che cerca le risposte al di fuori del mondo, è difficile che avesse punti di contatto con il lavoro come fisico». Sarebbe stato interessante se nel bel ragionamento fosse entrata la filosofia, ma uno si accontenta. Il principio che è sacrosanto è: ognuno si occupi del suo ambito. Poi Dio vede e provvede. È questo principio ogni giorno messo in discussione da chi, sul pulpito di una qualsiasi visibilità offertagli da un talento qualunque (musica, cinema, nudo su Onlyfan), sente di poter condividere con tutti il suo opinare.
È interessante tornare però sull’argomento all’indomani del Novel ad Aspect, Clauser e Zeilinger e ai loro studi sulle meccanica quantistica che hanno dimostrato, semplificando, che non esistono “variabili nascoste” che ancora non conosciamo, ma che le particelle sono collegate tra di loro. Tutto è relazione, correlazione, et-et. Come la filosofia, dall’idealismo all’ontologia fondamentale, va dicendo da tempo. Qui, certo, non è questione di chi arriva prima, ma di chi lo capisce meglio. E di chi non viva ogni piccolo traguardo come uno strumento di guerra per creare divisioni in nome di una qualsiasi Verità relativa. «Non penso che la religione sia da combattere. Io non sono religioso, ma non ho mai pensato di fare una battaglia contro la religione, tanto più utilizzando la mia autorità di scienziato per esprimermi su quei temi. Mi sembra una follia, senza voler giudicare le persone che lo fanno. Per quanto riguarda l’“oscurantismo”, in questo campo ci sono delle opinioni che si classificano come più politiche – ad esempio “la religione è l’oppio dei popoli”. Posso avere le mie idee politiche sugli influssi di un certo radicalismo islamico nella società, o di un certo pensiero del radicalismo cristiano protestante contro le teorie dell’evoluzione che si vede soprattutto negli Stati Uniti, ma io terrei completamente separato un politico sulla religione da un pensiero scientifico sulla religione».
C’è una vecchia affermazione della dottrina cattolica: “La fede è una grazia”. Io questa grazia non ce l’ho, e quindi le risposte a quelle domande non me le so dare. Ci sarebbe da aggiungere: la fede è la certezza di una verità. Ma sarebbe chieder troppo.